viaggio
non viaggio abbastanza da conoscere
tutti trucchi delle docce negli hotel
però m’incanto nei buffet della prima colazione
e mi riempio di piccole brioches
c’è sempre una piazza bianca d’attraversare
con vecchi olmi e semafori intermittenti
nell’ora in cui guardo il cielo
all’angolo un negozio di vestiti a caro prezzo
la luce dei lampioni tratteggia strisce pedonali
come scialuppe in mezzo al mare
non so se amo le città
i letti estranei
la voce della tele calibrata
su un volume poco alto
il benvenuto freddo
della carta da parati
Montale,
lo sai che ora
amano i clienti
che arrivano spaiati?
danno loro una stanza doppia
pagando solo un po’ di più
casa
la mia casa senza gatti non è mia
miei sono i libri, i fogli sparsi
le tendine con i nastri
che tengono fuori il vento
‘Eugénie Grandet’ sul davanzale
la primula che secca al sole
i sogni dentro il vaso delle chiavi
domani vengo
mi metti il termo a venti gradi
per favore?
io sto bene quando c’è il deserto
e neanche un cane abbaia
portate via tutti questi ninnoli
che nel tempo ho accumulato
e lasciate me a sonnecchiare
come il Poeta accanto al fuoco
che non lo svegli il mio sussurro
(Margherita Gadenz)
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