In Italia un albero su cinque è a rischio. Nel pianeta il taglio continuo delle foreste minaccia l’intero eco-sistema, ma la sensibilità verso gli alberi non pare crescere nelle coscienze. Nel nostro estremamente piccolo, le cose non vanno diversamente: il territorio viene continuamente divorato dalla speculazione edilizia che non si ferma da oltre sessant’anni. Nella nostra città gli architetti progettano pietre, al massimo riservano al verde stitiche strisce che si tramutano da subito in cacatoi per cani. Date uno sguardo alle piazze Caveri, Plouves, Repubblica, Narbonne, Roncas e ditemi, se per caso notate una macchia verde che non sia quella rinsecchita nelle ciambellone di cemento adibite a fioriere. Non la vedete perché non c’è. In occasione della Désarpa, anche per questa edizione, la misera piazza Narbonne si è data un look naturale e ha cambiato aspetto. Persino gli orribili condomini anni ’50 a firma Franco Binel sembrano mitigati dalla presenza degli alberi. Signori amministratori quand’è che vi destate dal torpore e vi rendete finalmente conto dell’importanza degli alberi per rendere bella, vivibile e viva la città? Sappiamo che l’acqua della vasca non verrà ridisposta perché dal giorno della sua inaugurazione (2000) non ha smesso di gocciolare nel sottostante parcheggio comunale (lo sbaglio nella progettazione o nella realizzazione chi lo paga? Sempre noi contribuenti?). Probabilmente verrà sistemata un’aiuola che, speriamo, non diventi come quella nella vicina piazza Plouves: una toilette per cani.
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