L’alieno George e il Rock

Creato il 04 dicembre 2012 da 79deadman @79deadman

George è un simpatico alieno proveniente da Kepler-22B; è atterrato sul nostro pianeta lo scorso settembre. E’ un incrocio tra il Roger di American Dad e il marziano Paul dell’omonimo film. E’ affabile, gentile, molto curioso; è in missione conoscitiva. Quando è arrivato non conosceva alcuna parola di nessuna lingua terrestre; eccetto “pizza”. Quella la sapeva anche lui. Però ha una capacità intellettiva esponenzialmente superiore alla nostra: è riuscito ad imparare la logica delle lingue neolatine in una giornata. Compresi i fondamenti della costruzione delle parole e della frase, nei giorni seguenti ha studiato inglese, francese, italiano e tedesco. Ha un’enorme memoria ed una straordinaria capacità induttiva: riesce a capire la funzione delle parti meccaniche di qualunque motore solo osservandone la forma. Gli è stato sufficiente guardare alcuni quadri di Picasso, Mirò e Dalì per comprendere l’avanguardia pittorica del primo Novecento. Dopo la lettura di qualche rima di Blake, un sonetto di Goethe e l’ascolto di un lied di Schubert già dissertava di romanticismo. Il Partenone è bastato a fargli comprendere non solo l’architettura classica, ma addirittura il rapporto del pensiero greco con religione e natura. Mica male! Esauriti i campi dei saperi “nobili”, George si è detto curioso di imparare qualcosa anche sulla cultura popolare. Domani sono previste lezioni sul fumetto, la televisione… e la musica rock. Toccherà a me fornirgli le basi in quest’ultimo ambito. E sono nel panico più totale. Il tempo che abbiamo a disposizione è brevissimo, solo 15 minuti. “Ma… gli basteranno?” “Ha imparato il tedesco in mezza giornata… un quarto d’ora per qualche canzonetta è fin troppo!” Certo che ai piani alti non fanno sconti. Si raccomandano di non impelagarsi in una “lezione frontale” ma di fornirgli solo degli esempi. Qualche ascolto azzeccato, e la sua capacità induttiva farà il resto. Azzeccato… mica facile. In quindici minuti potrei quasi fargli ascoltare quasi tutta Sister Ray: ma probabilmente si farebbe l’idea che il rock è un’orgia cacofonica per depravati annoiati della vita. Potrei partire da Elvis: in tanti sostengono che è tutto è cominciato con lui. Poi passo a Beatles, Police e Muse: lineare, didattico… e molto “bianco”. Ci manca anche che mi accusino di volere negare la componente nera della musica popolare… Potrei rimediare con un blues di Muddy Waters, la scena in cui i Blues Brothers ascoltano John Lee Hooker in Maxwell Street e poi magari uno di quei bei medley con cui gli Zeppelin chiudevano i concerti, che vanno da Cochran ai Guess Who. E lì però si fermano… mica può pensare che gli sto parlando di un genere morto e sepolto. Ci sono: vada per i cosiddetti  “capolavori”. Good Vibrations, A day in the Life, Born to Run, Smell Like Teen Spirit, One, Seven Nation Army, … ma che senso ha alla fine? Voglio dimostrargli che il rock è tutto un capolavoro, o devo fargli comprendere la realtà, cioè che per una buona metà è fatto di banalità inaffrontabili? E poi, che cos’è un capolavoro? Una di quelle canzoni che popolano le infinite classifiche di cui solo sono capaci Rolling Stones o Kerrang o MTv? Non so che pesci pigliare… un misero quarto d’ora, 3 o 4 ascolti per far comprendere ad un alieno di Kepler-22B  la musica rock. Per fare il ruffiano potrei mettere su Mr. Spaceman. Per tenerlo alla larga magari gli faccio ascoltare gli Slayer. Per fargli capire chi comanda, vai con Henry Rollins. Con Kurt Cobain potrebbe andarmi in depressione, coi Guns mi diventa un ubriacone debosciato, coi Sigur Ros… bè coi Sigur Ros magari si rifugia in un letargo intergalattico per qualche eone. I Mars Volta gli farebbero pensare che il rock è un genere per intellettuali, gli AC/DC che è un passatempo per postriboli. Morrison gli confonderebbe le idee su quanto imparato dalla psicoanalisi freudiana; i capolavori di Dylan sono fuori scala per la media della musica commerciale. School’s Out sarebbe una buona scelta: cosa c’è di più “Rock” dell’ultimo giorno di scuola? Ma di nuovo penserebbe ad un gioco per bambini. E poi sto dimenticando del tutto il progressive… ma trovare un brano prog che duri meno di 15 minuti mica è facile… E la musica tedesca? Posso non fargli ascoltare i Faust? Ma soprattutto: i Faust fanno Rock? Sono nel panico! No, calma. Reset. Riprendiamo il filo e cerchiamo di fargli capire poche semplici cose: ritmo, allegria pensierosa, rottura insistente e ostinata commercialità. Poi, mille scelte sono buone. Cos’, dopo due giorni di tentativi e 27 diverse selezioni, ho pronta la mia scaletta.
Roll Over Beethoven di Chuck Berry: perché il Rock, decisamente, NON è musica classica. Poi è la più bella canzone che conosco.

Street Fightin’ Man degli Stones: perché anche nella perfezione formale si può nascondere la furbizia di saltare sul carrozzone delle mode vincitrici.

I Fought The Law dei Clash: perché da quel carrozzone ci si può anche scendere; in qualunque momento. E non sempre da vincitori.

Gold on The Ceiling dei Black Keys: perché, tra mille scopiazzature, citazionismo esasperato, riferimenti palesi e stilemi consunti, pur tra tutto questo, il rock continua… ed ha pure successo!
Totale 11 minuti e 54 secondi, circa.
Ho ancora un po’ di tempo. Come me lo gioco? The Seeds 2.0, INXS, Maroon 5, Offsprings? Oppure Jon Spencer, The Brian Jonestown Massacre, B.R.M.C… No. Basta musica! Ho scelto un’immagine. Pubblico, imponente, in attesa. Che cosa aspettano? Perché stanno tutti stretti come sardine sotto il cielo grigio? Quale autorità, quale celebrità, quale eminenza li ha radunati? Chi sta per rivelargli il “segreto della vita”? Nessuno, in realtà…

Quest’ immagine e qualche riga di Greil Marcus:
I migliori artisti popolari creano legami immediati tra persone che possono non avere nulla in comune se non un semplice responso alla loro opera, ma i migliori artisti popolari non smettono mai di cercare di capire l'impatto del loro lavoro sui loro pubblici. Ciò significa che le loro immagini ideali devono cambiare mentre la loro capacità di conoscenza aumenta. Si può trovare orrore dove ci si aspettava solo piacere; si può scoprire che la verità che uno aveva annunciato è divenuta una menzogna. Se il pubblico richiede solo un po’ di più di ciò che ha già comunque ricevuto, l'artista ha di fronte una scelta. Può andare avanti, e magari staccarsi dal suo pubblico; se lo fa, il suo lavoro perderà tutta la vitalità e la forza che aveva quando egli sapeva che era importante per altre persone. Oppure l'artista può accettare l'immagine che il pubblico ha creato di se stesso, facendo finta che il suo pubblico sia un ideale indistinto, e perdere se stesso in mezzo al suo pubblico. Allora sarà capace solo di confermare, ma non sarà più capace di creare. l più interessanti artisti rock a volte giungono a questi estremi; molti non lo fanno, perché queste sono contraddizioni con cui lottano piuttosto che risolverle. La tensione tra la comunità e la fiducia in se stesso; tra la distanza dal proprio pubblico e l'affetto per esso; tra l'esperienza condivisa della cultura popolare e il talento speciale di artisti che traggono energia dall’ esperienza condivisa e contemporaneamente la cambiano. Questo è ciò che rende il rock n' roll al suo meglio un'arte democratica, quantomeno nel significato americano della parola democrazia
E’ ora. George sta arrivando. Vai con lo stereo!

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :