L'alieno Mourinho, un Libro di Calcio

Creato il 25 settembre 2010 da Brainsurfer @auseverysoup

“Non voglio imparare come si perde una finale di Champions per 4-0”

José Mourinho in risposta alle critiche di Joan Cruijff

Per essere un blogger bisogna una volta nella vita postare un commento o una recensione su un libro.

Fra i tanti libri che mi sono piaciuti in questa stagione, diciamo che la nuova stagione di lettura comincia a novembre quindi siamo agli sgoccioli, c’è questo L’alieno Mourinho di Sandro Mondeo che racchiude in sé così tante informazioni, così eterogenee e precise da farne molto più di un saggio calcistico.

Sono sicuro che l’editore ISBN, che annovera nella sua libreria titoli come South Park e la Filosofia oppure Ajax la Squadra del Ghetto, abbia baciato la postina che gli ha recapitato in ufficio L’alieno Mourinho.

Ma cominciamo dall’inizio, dall’autore quel Sergio Mondeo che da anni collabora con le pagine sportive di Corriere della Sera e the Guardian oltre a dilettarsi fra le pagine scientifiche delle riviste la Scienza e Darwin. Proprio lui riesce a fare un affresco di questo uomo che si è calato nelle varie realtà del mondo del calcio, dalla Londra del Chelsea all’Inter, fino alla Entidad Blanca di Madrid. Non si parla solamente di schemi tattici in questo saggio ma lo stile Mourinho viene completato pezzo dopo pezzo come un puzzle in cui immagini diverse riescono a formare il volto di una persona in ogni suo particolare. Si parte da un paragone molto azzardato quello con Harry Houdini passando per Bela Guttman (ispiratore di Mou), il colonnello Lobanovsky, l’Ajax di Miches e Antonio Damasio. 

Un viaggio fra neuroscienza applicata al calcio e tattica dell’apprendimento che concorrono a spiegare la filosofia calcistica di José non tralasciando alcun particolare.

La parte però che più interessa del saggio è l’affresco psicologico che l’autore fa dell’uomo Mourinho. Uomo dai mille volti che cambia atteggiamente a seconda della situazione in cui si trova mantenendo sempre la sua voglia di stupire oltre ad un’ossessiva compulsività nella vittoria ad ogni costo. Gli aspetti del suo passato sembrano costituire una personalità molto complessa: uomo cattolico conservatore formatosi nelle campagne di Setubal con uno zio dell’estabilishment salaziano, mediocre calciatore, professore di educazione fisica al liceo per poi diventare traduttore e vice allenatore a Barcellona fino al tecnico vincente che è ora. Le sue sceneggiate, i suoi atteggiamenti provocatori, la sua missione di far vincere squadre che non lo fanno da molto tempo, sembra tutto programmato per soddisfare quella sete di vittoria, quella voglia di emergere propria di coloro che hanno qualcosa da dimostrare al mondo.

E ora l’alieno è sbarcato a Madrid per dimostrare al mondo che il Real, squadra cattolica e reazionaria un po’ come lui, può ancora vincere spezzando il dominio di quel Barcellona, indipendentista e rivoluzionario anche nel modo di giocare, che ha sempre fatto scintile contro le squadre di Mou.

Questo saggio è una lettura piacevole a cui dedicarsi che tira fuori teorie interessanti e similitudini che fanno riflettere. Molto carina l’idea della Bibliografia ragionata che si trova in coda al volume subito dopo la ricostruzione storica della vita di José Mourinho. L’unica pecca che posso trovare è un eccessivo compiacimento nell’esporre citazionismi e parladifficilismo propri da filosofi del calcio. Ma, onestamente, meglio filosofeggiare di calcio che urlare di moggiopoli e moviola.


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