Alice Allevi è una giovane specializzanda in Medicina Legale; per caso si ritrova a svolgere un sopralluogo insieme a due colleghi: all’interno di un elegante appartamento romano è stato trovato il corpo di una bella ragazza, che sembra aver battuto la testa per una caduta. Giunta sul posto, però, la protagonista scopre di aver conosciuto la vittima: hanno scambiato, qualche giorno prima, poche battute nei camerini di prova di un negozio di abbigliamento. Spinta dallo stretto rapporto che pensa la leghi alla povera ragazza, Alice si convince immediatamente che non possa trattarsi di un incidente; mette sotto pressione, quindi, colleghi e investigatori perché portino avanti le indagini, e contemporaneamente inizia ad intrattenere rapporti sempre più stretti e confidenziali con amici e parenti della vittima. Il finale, di per sé abbastanza scontato, è edulcorato dalla conclusione di una stucchevole storia d’amore che corre parallelamente alla trama gialla, tra viaggi esotici e cene romantiche descritte con eccessiva dovizia di dettagli.
L’allieva è un romanzo scorrevole e lineare, leggero e a tratti piacevole; la godibilità risente un po’ dell’eccessiva lunghezza del testo, che in alcuni punti è piuttosto prolisso. I personaggi che popolano il libro, esclusa la protagonista e pochi altri, risultano poco credibili, bidimensionali, quasi macchiettistici. Alcuni passaggi appaiono piuttosto forzati e illogici; il pretesto stesso del testo – la banale casualità di eseguire un’autopsia su una persona meno che conoscente – è spinto all’eccesso: qualche frase pronunciata senza impegno in un luogo pubblico viene vissuta dai protagonisti come una grande amicizia, motivo di indagini parallele non autorizzate e di assidue frequentazioni dell’aspirante detective con i familiari della vittima.
Le battute finali sono una promessa, ovviamente rispettata, di serialità futura.
Maria Di Piazza
Alessia Gazzola, L’allieva, Longanesi, 2011, pp. 374, € 18,60