Posted on 7 dicembre 2011 by Alessandra L’altro lato della telefonia erotica
Il post del blog Meno e Pausa, che riporto fedelmente, merita un minuto di riflessione subito dopo la
La cosa sta così. Parlo del lavoro per il servizio di telefonia erotica. Un tot di centesimi alla risposta, poi un tot al minuto, ed è veramente tanto, fino a 15 euro di spesa massima. Oltre quella un “cliente” non può andare. La conversazione si stacca automaticamente e se il “cliente” vuole continuare allora deve richiamare. Ci sono quelli che richiamano dieci o venti volte e lo fanno tutti i giorni e dunque fate voi un po’ il conto di quanto gli arriverà di bolletta telefonica.
Il guadagno è ripartito un tot a chi gestisce il servizio, un tot (tantissimo) al gestore telefonico, appena un euro a chiamata, o comunque un tot di centesimi al minuto, va alla telefonista che becca un fisso bassissimo e guadagna sostanzialmente sulla base del numero di telefonate che riesce a ricevere.
I numeri di telefono sono un po’ ovunque. Avrete letto annunci hard nei giornaletti in cui cerchi/trovi/vendi lavoro, casa, qualunque cosa. In quegli annunci c’è sempre una calda e bollente femmina di passaggio in città che cerca compagnia, vuole una esperienza “dura” e avventurosa. Ovviamente sto usando degli eufemismi perché altrimenti qui mi fanno chiudere il blog.
Negli annunci c’è un numero e quel numero rimanda ad un centralino che smista le chiamate. In quel caso è proprio marketing gratuito. Le società di gestione sfruttano un canale accessibile. Poi ci sono gli annunci su internet. Ce ne sono una marea e sono accompagnati da foto. Siti in cui si presentano le “zoccole” della compagnia. Anche la Società per cui lavoro io ha un sito e ci sono varie immagini e vi giuro che nessuna corrisponde alle donne che lavorano con me. Almeno non a quelle del mio turno.
Infine, almeno credo, ci sono gli spot televisivi, quelli in cui ti mostrano una a chiappe nude che fa circonvoluzioni e tripli salti mortali in ore particolari, per l’analogico succede a tarda ora nelle tv private, per il digitale terrestre credo ci siano dei canali appositi ma non ho avuto modo di vedere perché sono a pagamento, quindi non lo so.
Il numero particolare, una volta, mi dicono, fosse l’144, poi l’899 (cifre per cui chiunque può chiedere la disattivazione) e in ogni caso varia perché la legislazione sui numeri non è chiarissima. Se si parla di disattivazione la può richiedere il titolare di contratto telefonico e se lo fa può stare sicuro che il figlio, il parente o chi lo sa, non gli farà arrivare una bolletta pazzesca. Per i luoghi di lavoro dovrebbe essere disabilitato all’origine ma non sono sicura che funzioni sempre perché mi dicono che molti telefonano proprio dai luoghi di lavoro. Se quei luoghi di lavoro sono presso uffici pubblici è chiaro che possono esistere telefonate a carico del contribuente.
Tutto è comunque regolare, tassato, ed è un’attività – di vendita di servizi telefonici (e ricevere telefonate è legale) – che deve offrire esattamente ciò che promette. La vuoi vogliosa e porca e teoricamente l’avrai così. La vuoi feticista e quella avrai. La vuoi dominatrice? Sarai soddisfatto. Schiava, trans, lesbica, gay, mature, grasse, magre, casalinghe, studentesse, bionde, brune, rosse, maggiorenni ma ancora vergini. Di illusioni ce n’è per tutti i gusti e se il cliente è soddisfatto allora va tutto bene. Il cliente non può reclamare per inefficienza, negligenza o chissà che, sulla base dell’aspetto fisico della persona che risponde perché è un servizio telefonico e non una videochiamata.
Non è come le esperienze di girl cams in cui devi mostrare quello che vendi. Così mi dicono alcune ragazze che ne sanno più di me. Al telefono è diverso. Vendi la lettura dei tarocchi, la cartomanzia, a momenti fai la psicologa virtuale e poi vendi sogni, illusione, tieni legato al telefono l’idiota che ti resta “fedele” che ti chiederà di incontrarlo mentre gli dirai che per regolamento dell’azienda c’è bisogno di tempo, deve passare qualche mese, non puoi essere esplicita già da subito e cose di questo tipo.
Queste istruzioni per l’uso le ho ricavate dopo un paio di giorni di conversazioni e indagini interne. Ma qui non sono reticenti. Dicono tutto. E’ di una trasparenza massima. Quello che tutte sanno è che è legale, non è mai un servizio rivolto a minorenni, chi lavora è maggiorenne, e allora va bene così.
So che scrivere queste cose va contro il mio interesse e di quelle che lavorano come me, ma la questione è che in fondo spero che gli uomini rincitrulliti rinsaviscano e smettano di impoverire le famiglie o le aziende per cui lavorano. Perché di gente sola è pieno il mondo e se fosse lecita ovunque una sessualità vissuta senza tanti problemi non ci sarebbe una marea di frustrati che devono vergognarsi di ciò che fanno al punto da ricorrere a telefonate clandestine per illudersi di avere una vita sessuale.
Speriamo migliorino. Intanto io lavoro. E non giudicatemi male per questo. Se c’è una domanda c’è un’offerta e se c’è un’offerta c’è un po’ di lavoro anche per me, precaria, che nessuno vuole assumere per le mie reali competenze.
Ps: per i precari la vita è tanto più faticosa. Ma ci sono i social network, ci sono le chat, ci sono i forum e tanti luoghi attraverso i quali si trovano ragazze gratis, telefonate a costi umani con donne e ragazze disponibili, altrettanto sole o che comunque sono disponibili a intrecciare dialoghi e scambi di sesso telefonico/virtuale. Non è un caso se una delle prime cose che ti dicono in chat, anche su facebook, quando capita, è “hai voglia?”. Finora ho risposto in vario modo. Ora dovrò imparare che per parole, consulenze e prestazioni/voce c’è un preciso prezziario. O farlo gratis mi fa apparire più una “brava donna”?