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L'Amanita#47 - Alice nel Paese delle Meraviglie

Creato il 01 dicembre 2014 da Loredana Gasparri
L'Amanita#47 - Alice nel Paese delle MeraviglieAlice nel paese delle meraviglie

Lewis Carroll

Alice incanta non solo i più giovani ma anche gli adulti, che nel suo mondo meraviglioso scoprono un altro sé, pronto a sfidare ardui giochi linguistici, entusiasmanti trucchi psicologici, situazioni impossibili che mettono in discussione la realtà e svelano l’irresistibile fascino dell’assurdo. In un romanzo in cui la sospensione dell’incredulità è d’obbligo, il gusto del gioco non può essere dimenticato e va riscoperto con occhi che sappiano guardare al di là del consueto, perché qui è l’essenza della vita, e forse tra i sogni segreti di tanti c’è proprio la tana di un coniglio bianco in cui perdersi.


L'Amanita#47 - Alice nel Paese delle Meraviglie
Ho sempre odiato questo libro.

Non mi piacque prima dei sei anni, quando che me lo lessero; sono una donna fortunata, già: chi legge qualcosa ad un bambino vale quanto un angelo che spalanca finestre su altri mondi.

Lo detestai al liceo, anche se non fu un’imposizione del programma scolastico e lo mollai senza rimpianti.
Lo so, non è un bell’esordio e chiedo scusa a chi ha tratto da Alice profondi insegnamenti. E se non fosse stato per il dottor “Bones” McCoy, non sarei andata a ripescarlo.

Cosa c’entra Star Trek?

A volte mi prende il famoso “s-ciupùn” e vado a ravanare tra i DVD della mia limitatissima videoteca (uno scaffale piccolo e corto). Ho scelto “telefilm a caso della prima serie ST” e tra questi c’è un episodio in cui McCoy ha un incontro ravvicinato con un grande coniglio bianco, che sembra uscito dal libro di Carroll.

E mi sono domandata – ahimé – il fatidico “ma perché?”.

Copio l’indice per chi, come me, ha rimosso la trama:

Nella tana del Coniglio. Un lago di lacrime. La Corsa Confusa e la storia con la coda lunga. Il Coniglio e la Lucertola. I consigli del Bruco. Pepe e Porcellino. Un tè da matti. il campo da croquet della Regina. La storia della Finta Tartaruga. La quadriglia delle Aragoste. Chi ha rubato le Paste? La testimonianza di Alice.

Continua a non interessarmi.

Eppure ha tutti gli elementi fantasiosi che di solito m’intrigano, non è scritto male ed offre molti spunti. La tana col tunnel strano, un mondo rovesciato, la semantica sconvolta, le leggi scombinate, l’apertura all’infinito…

Niente, non mi ha trascinato fra le sue pagine e non mi sono persa con Alice: ho attivato la SuperVicky per uscirne in fretta.

Nota positiva: ho ritrovato l’obliato Stregatto o Gatto del Cheshire, il suo sorriso alla Garfield – che è ancora motivo di scherzi fra me e Loredana – e la citazione del proverbio ripreso da T. S. Eliot e di conseguenza anche da A. Lloyd Webber (A cat may look at a king, che è all’inizio del musical: Can you look at a king?).

In compenso ho capito perché McCoy ha visto il Coniglio Bianco…

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