L'Amanita#61 - L'irresistibile promessa della felicità

Creato il 20 ottobre 2015 da Loredana Gasparri
L'AmanitaL'irresistibile promessa della felicità Micaela JaryDa Monaco a Londra, dalle coste della Cornovaglia fino alla Berlino del dopoguerra.Sulle tracce di un dipinto perduto e di un amore proibito e appassionato. Queste copertine della Giunti, con promesse di vecchie storie familiari e intrighi, sono la mia rovina. Assieme al bollino "-25%", lo ammetto.Non posso sputare spore sul titolo: l'originale è in tedesco, non l'ho mai studiato - studiai solo i testi di qualche corale di J. S. Bach; mi pare che sia stato leggermente manomesso, gonfiato, ma non sono sicura (Loredana, aiuto! Das Bild der Erinnerung corrisponde?)Comincio dal lato positivo: la ricostruzione storica dell'immediato dopo guerra a Berlino è interessante, come la descrizione della città nel '44/'45. "La fame del quarantaeuno, putei... voi non gh'eravate, siete fortunati"... mentre leggevo mi pareva di sentire la voce della mia bisnonna, veneta scappata a Ferrara, rievocare quel periodo per me e i miei cugini, bambinetti viziati degli anni '70.Complessivamente l'idea del romanzo è buona. Non soltanto il periodo merita attenzione, ma m'intriga anche il tentativo di ritrovare un oggetto perduto o comunque scoprirne la storia. Le trame per ottenerlo o disfarsene, perché l'oggetto può diventare pericoloso.Ma poi la narrazione rovina tutto. C'è la solita "altalena del tempo", ormai ho sviluppato un metodo per affrontare questi libri: separo i capitoli durante la prima-lettura-tutta-di-seguito, per poi leggere le varie storie separatamente in ordine cronologico.I problemi sono altri.Sembra un "A.A.V.V.", una raccolta di racconti di persone diverse. Racconti "buttati lì" quasi a caso: un pezzo qua, un altro là... ma caspita, fatevelo spiegare dalla Riley, dalla Bomann o da Kate Morton: l'altalena del tempo ha i suoi tempi. Bisogna anche saper incastrare i pezzi, non basta "buttare lì"  passato e presente.Non è omogeneo neanche nello stile,  qualcosa stona: mi sembra perfino che una parte sia stata scritta da un uomo. Insomma: per quanto mi piacciano i romanzi più o meno storici e le storie di famiglie "incasinate", non farò spazio ad un altro libro firmato "Micaela Jary".Neanche regalato.