Bene. Dopo la prima reazione a caldo, vi tedio con la lagnanza estesa: ho faticato a leggere un libretto di neanche 70 pagine; un riassunto che in II liceo mi ha regalato un pomeriggio piacevole, si è trasformato in giorni di fatica. Ho resistito, aggrappata al vocabolario, per la ricchezza della storia.
Condivido la sfacchinata e vi copio il retro:
This frightening story, written by Robert Louis Stevenson, may be read on two levels. It is firstly an exciting mystery story, cleverly set in the real world of Victorian England. This natural setting makes the unusual events of the book appear even more strange.But, on a different level, the book also serves to illustrate the two opposite natures of men: good battling with the evil.
Ho trovato parecchi dettagli che avevo dimenticato e sono sicura che sarà stimolante rileggere l’edizione integrale in italiano.
Già: il bene e il male dell’uomo, nell’uomo.
La differenza fisica tra Jekyll e Hyde è il primo particolare – dimenticato – che mi colpisce. Jekyll è un maturo gentiluomo di bell’aspetto, alto e robusto; Hyde è repellente, ma più giovane e piccolo. Forse la differenza fisica è metaforica: Jekyll ha cercato di vivere in modo retto per molti anni, Hyde è “apparso” dopo, quindi è meno sviluppato. Non fatica a predominare…
Poi l’intreccio delle vicende, i problemi con i testamenti, i dettagli apparentemente non collegabili, fatti di cronaca nera in un crescendo di domande a cui abbiamo paura di trovare la risposta.
Perché la risposta sgomenta e angoscia.
La lotta fra bene e male.
Il libero arbitrio.
La scelta non è mai definitiva: il bene va coltivato, proprio come il male. È faticoso coltivare il bene.
E la scappatoia vigliacca del “buon” dottor Jekyll è urticante come i calzettoni di lana della mia bisnonna.
Oh già: vigliacca.
Comodo bere la pozioncina che toglie i freni inibitori e ti rende irriconoscibile, per poter fare liberamente tutto ciò che è vietato dalla coscienza e dalla rigida morale vittoriana, vero?
Comodo poter dare le colpe a qualcun altro e non vedere (o non accettare) che il male fa parte del nostro “bagaglio umano”!
Un altro dettaglio: la ricerca scientifica nasce con scopi nobili.
Davvero?
Quanta innocenza c’è nella nostra ricerca di sapere e di potere?