"Gli amici ti conosceranno meglio nel primo minuto dell'incontro di quanto gli estranei possano conoscerti in mille anni." Richard Bach, Illusioni, 1977
Sull'amicizia è stato scritto tanto nel corso dei secoli, dando a questa parola connotazioni diverse, di volta in volta. Si va da una vaga benevolenza a una complicità dovuta a una comunanza di interessi (Cicerone), da un profondo rispetto reciproco a una passione vera e propria.
L'amicizia di Achille per Patroclo raccontata nell'Iliade e' un sentimento totale, come se i due fossero stati la stessa persona e con la morte di Patroclo fosse morta la metà della persona di Achille.
Oggi si parla spesso di friend-zone, come di una palude mortifera, dove ci si impantana in una pallida benevolenza; un posto da cui allontanarsi il più presto possibile per passare al ben più coinvolgente rapporto di coppia (finalmente... il sesso).
Uno schematismo del genere, imposto dalla Cultura Dominante (potevo anche scrivere dal Pensiero Unico) rischia di avvilire e immiserire molta parte dell'esperienza umana.
L'amicizia rischia di limitarsi al permesso (dato spesso malvolentieri) agli altri di guardare ciò che pubblichiamo su Facebook!
L'amicizia dovrebbe coincidere con l'amore disinteressato e con la sintonia profonda fra due anime.
In generale dovremmo nutrire un sentimento di amore incondizionato verso tutti coloro con cui veniamo in contatto, basandoci su un profondo rispetto dell'altro, propensione naturale in quanto siamo tutti partecipi della stessa sostanza divina.
Nell'amicizia in più c’è una profonda condivisione del proprio mondo interiore. Per citare una vecchia canzone: "fra lui e te è divisa in due la stessa anima".
Non vi siete incontrati “per caso” - aggiungerei, lo avete scelto e pianificato su un piano non fisico: vi siete ritrovati!
Crescita interiore significa anche andare oltre i limiti che ci hanno inculcato e riappropriarci di emozioni che ci rendono esseri umani completi.