Pubblicato da Gabriella Parisi Cari lettori, oggi voglio parlarvi di un romanzo che mi ha coinvolta moltissimo sul piano emotivo; è la storia di Max, un bambino di nove anni, e del suo amico immaginario Budo. L'amico immaginario di Matthew Dicks, pubblicato da Giunti a settembre 2012, è un romanzo per tutti: che offre molteplici spunti per la riflessione e si presta a diverse chiavi di lettura.
Il romanzo che ha incantato e commosso lettori di ogni età in 14 Paesi
RECENSIONE
Secondo me il papà di Max sbaglia a credere che lui sia semplicemente un po’ lento. Io con Max ci passo buona parte della giornata, quindi vedo quant’è diverso dagli altri bambini della sua classe. Max vive tutto dentro, mentre gli altri vivono fuori. È questo che lo rende tanto diverso. Max non ha un fuori. Max è tutto dentro.
Tutti vorrebbero che Max fosse diverso da quel che è, per questo il ragazzino si è creato un amico su misura a cui va bene esattamente così.
Tutti noi ― che venga ammesso apertamente o meno ― ci siamo creati prima o poi nella mente degli amici immaginari, amici che ci hanno aiutato a superare i momenti difficili dandoci coraggio, che hanno riempito i nostri momenti di solitudine e di indecisione. Poi, a un certo punto, li abbiamo dimenticati e i nostri preziosi amici sono scomparsi. Si tratta solo di nostre idee, di proiezioni dei nostri pensieri che, a volte, sembrano volersi sviluppare autonomamente. Chi scrive e crea dei personaggi, continua a inventare degli amici immaginari, e talvolta sembra che essi prendano il sopravvento e facciano qualcosa di diverso da quel che lo scrittore aveva stabilito. In realtà sono proprio le sue stesse idee che continuano a svilupparsi al di fuori della sua coscienza.
Matthew Dicks ha creato una sorta di mondo parallelo con le sue regole, un mondo immaginario di amici immaginari. Ciascun amico ha un diverso aspetto e grado di intelligenza, che dipende dal grado d'intelligenza dell'amico immaginante. Budo sa di essere più longevo di tutti gli altri amici immaginari; ne ha visti scomparire molti, fra cui la sua amica Graham.
È molto strano essere un amico immaginario. Non puoi soffocare e non puoi ammalarti e non puoi cadere e romperti la testa e non puoi prendere la broncopolmonite. L’unica cosa che può ucciderti è quando una persona smette di credere in te. Ma questo succede molto più spesso del soffocamento, delle botte in testa e della broncopolmonite messi insieme.
Ha paura di scomparire nel nulla, anche se sa che è il destino che lo attende, prima o poi.
«Vorrei tanto che ci fosse un Paradiso. Se sapessi che dopo andrò in Paradiso, allora salverei Max di sicuro. Non avrei più paura, perché saprei che c’è un posto dopo questo. Un altro posto. Ma non penso che ci sia un Paradiso, almeno non per gli amici immaginari. Il Paradiso è stato pensato solo per gli uomini creati da Dio, e a me non mi ha creato Dio. Mi ha creato Max.»
Ma potrebbe un'idea dimenticata andare in Paradiso?
Dicks si sofferma spesso a elogiare ― nella figura delle signora Gosk, la maestra di Max ― quegli educatori che si sforzano quotidianamente di insegnare ai loro allievi ad affrontare la vita con coraggio, pazienza e generosità. Un romanzo originale ― come solo un 'amico immaginario' può essere ― pieno di spunti di riflessione, di fantasia e di emozioni.
Matthew Dicks (che per il mercato UK ha dovuto cambiare il suo cognome in Green, adottando quello da nubile di sia madre) è uno scrittore e un maestro di scuola elementare. Ha pubblicato due romanzi: Something Missing e Unexpectedly Milo. Vive a Newington, Connecticut, con la moglie e la figlia. L’amico immaginario, il suo terzo romanzo, è un vero e proprio caso editoriale ed è stato tradotto in 14 lingue. Sito Autore