L’amico Sergio, un viaggiatore con il pelo sullo stomaco

Creato il 24 novembre 2013 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Da qualche tempo girano per l’etere le foto di un viaggiatore fuori dal comune. Si chiama Sergio. Arriva da lontano, ma abita a Parma. È peloso ed è l’amico di Davide Morante, che lo porta sempre con sé perché ha paura di viaggiare da solo.

Ciao Sergio, grazie per aver trovato il tempo di incontrarmi. So che sei un gran viaggiatore e che ormai hai un folto seguito di fan… dove sei stato oggi di bello?

Ah, mi becchi male: oggi sono rimasto a Parma. Ieri sono stato al Teatro Regio. Qua a Parma sono tutti agitati perché c’è quella cosa dei colori…

Il bicentenario di Giuseppe Verdi?

Sì, quella lì! A vedere un’opera ci sono stato anch’io una volta… una noia mortale! Tutti quei primati che strillavano, forse tentavano di ruggire, ma gli veniva malissimo. E poi non succedeva mai niente… nessun inseguimento, o sparatoria, o duello di spade. Anche i miei antenati facevano teatro, ma al tempo dei Romani era tutta un’altra cosa. Qui nemmeno un animale, non dico un leone, ma un cavallo, un criceto… Non è che voi primati siete un po’ razzisti?

Va bene, senti… Invece qual è il tuo mezzo di trasporto preferito?

La bicicletta per tragitti brevi: mi piace un sacco il vento nella criniera e sentire il profumo degli alberi in fiore… tanto ho chi pedala per me. Anche se qui in Italia si sente più che altro puzza di smog! Ma voi primati ce l’avete il senso dell’olfatto? O il naso vi serve solo per tenere separati gli occhi? Invece per le lunghe distanze il treno: mi piace incrociare i volti degli sconosciuti (sono bravissimo a “chi abbassa per primo lo sguardo”), tranne i bambini: hanno sempre le mani appiccicose e per pulirmi il pelo devo leccarmi per un’ora. A proposito di odori… tu quand’è che ti sei leccato l’ultima volta? Vuoi che ci pensi io?

Grazie, sono a posto. E guarda che neanche tu sei perfetto, non hai nemmeno le dita… come fai se piove? Non puoi certo portarti in giro l’ombrello.

Ho una collezione di foulard che non hai idea! Certo, non avere le dita è un po’ scomodo a volte, ma almeno io non me le infilo nel naso (ecco a cosa serve il naso a voi primati)… Comunque la cosa peggiore è non riuscire a usare il telecomando, sono costretto a vedere sempre Rai Uno. Non hai idea la sofferenza quando arriva Vespa con i suoi modellini di plastica. E fategliela questa benedetta casa, quanti progetti vi deve ancora portare?

È nata così la tua passione per i viaggi, perché non sopportavi più la televisione?

No, mi hanno costretto. Vivo con un primate che di punto in bianco ha iniziato a girare per lavoro. Ma ha paura ad andare in giro da solo, perciò mi porta sempre con sé. Io volevo dormire: mi piaceva tantissimo stare sotto le sue coperte per giorni e giorni. A parte l’odore. Neanche lui si lecca spesso.

Preferisci viaggiare da solo o in compagnia?

Fai lo spiritoso? Mi ci vedi a comprare il biglietto del treno da solo?! Vorrei fare un viaggio on the road, ma non mi vogliono dare la patente. Proprio non capisco… con tanti cani al volante. Ecco: mi do all’attivismo politico e fondo il FIGA, Federazione Italiana Gatti e felini Al volante. O l’hanno già fatto? Mi sembra di sentirne parlare spesso in tivvù…

Quando avrai la patente, dove ti piacerebbe andare?

Rimini, ma in estate. Io vengo dalla savana, dal caldo. Se in spiaggia do le spalle al mare mi sembra di essere tornato a casa: la sabbia, le pietre, il sole, nessuna forma di vita intelligente per chilometri…

All’estero no? Non avrai mica qualche problema con le lingue straniere?

Sono madrelingua inglese, quindi non ho problemi. A parte in Italia. Con il tempo ho imparato anche l’italiano, ma ruggire è ancora il metodo migliore: si muovono più in fretta.

In esclusiva per NonSoloTuristi.it, un estratto dal book fotografico di Sergio!

Flavio Alagia

Dopo una laurea in giornalismo a Verona, mi sono messo lo zaino sulle spalle e non mi sono più fermato. Sei mesi a Londra, un anno in India, e poi il Brasile, il Sudafrica… non c’è un posto al mondo dove non andrei, e non credo sia poco dal momento che odio volare. L’aereo? Fatemi portare un paracadute e poi ne riparliamo.

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