Federico (in Salento Federi’) ha comprato un taccuino. Cioè, comprato… Lavora come commesso in una libreria che vende anche taccuini ed una sera ha deciso di “prenderne” uno per sé.
Accade così che quella “cosa che succede/raramente ma succede”, cioè che “a me mi viene di/scrivere una/poesia non so com’è”, diventa un piccolo fiume in piena tra ricordi e pensieri, malinconie e quotidianità, alla ricerca di un guado impossibile.
Prendere le sigarette ad un distributore automatico, passeggiare nella città vecchia alla ricerca di quelle ombre e quei profumi che mancano in qualunque altro posto, sedersi su una panchina in piazza – proprio quella dove sono rimasti attaccati giorni più o meno lontani, un po’ felici e belli da ricordare e un po’ no; cose semplici, quasi banali, che possono farsi versi solo se attraversano l’animo di un poeta che sa vedere dove gli altri guardano soltanto, come i colori che soltanto un prisma sa svelare in un singolo raggio di sole: “È tutta una questione del modo di/vedere/ la vita/le cose/la gente”.
E così sappiamo delle “due solitudini/proprio enormi” di Federico e del suo cane, delle sagge massime di suo nonno, della serale “spregiudicata preghiera/cantata in re minore”, dei diversi perché uno può avere un barattolo di nutella sul comodino e di come i semafori rossi possano durare un attimo o un’eternità.
Ed è questo che colpisce della poesia di Donaera – ma anche delle apparentemente strampalate riflessioni in prosa – che sa parlare un linguaggio universale, di quelli che vanno dritto al cuore e si condividono, sia che dica di lacrime o mani che tremano, sia che racconti d’amore con delicato stupore, come nella bellissima “Tu che sei mare aperto/quando/ti ho baciata – l’ardire, madonna/mia, l’ardire/ho pensato soltanto/Speriamo che si tocca”.
Con “L’amore, a dirlo, è cosa difficilissima“, Andrea Donaera, poliedrico artista salentino, ventiquattro anni e diverse sillogi poetiche pubblicate, racconta di sé attraverso versi e piccole prose, con disarmante sincerità ed accattivante semplicità, giocando con un linguaggio volutamente discorsivo, e – a tratti – quasi sgrammaticato.
Il taccuino, dimensioni da moleskine, copertina in cartoncino nero, rilegatura con due anelli metallici, inaugura la collana Beat della Round Midnight, piccoli libri da portarsi in tasca come pensieri appuntati nei ritagli di tempo ad accompagnare le nostre giornate.
Written by Alessandra Farinola