L’amore ai tempi del colera [ROMA]

È una di quelle giornate romane in cui il sole spunta fuori all’improvviso dopo un intera mattinata di pioggia. I vagoni cupi della metro B si illuminano d’un tratto grazie alla luce che entra dai finestroni ed investe qualcuno dei passeggeri. Lui non è toccato dal sole però. Siede proprio sotto il finestrone semiaperto e stringe tra le mani L’amore ai tempi del colera di Garcia Marquez le cui pagine si trovano completamente in ombra. Tiene un gomito alzato, appoggiato ai sostegni rossi, veste un paio di occhiali leggeri, squadrati, ed una polo verde scuro. Fisico asciutto e capelli scarsi, l’uomo occupa comodamente il posto in cui è seduto e non infastidisce i suoi vicini, nonostante tenga braccia e gambe piuttosto larghe. Il suo profilo è ben visibile dalla posizione in cui mi trovo, ma piano piano viene oscurato dai passeggeri che salgono. Prima spariscono alla mia vista le gambe, poi scompare il libro ed infine il volto. Non si vedono altro che borse e zaini, accessori evidentemente immancabili per una ventina di corpi di pendolari indefiniti.

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