L’amore ai tempi di oggi: liquido secondo Bauman

Da Retrò Online Magazine @retr_online

Posted By Dalila Giglio

Photo credit: nina.gov.pl / Foter / CC BY-SA

Ah, l’amore. Si fa sempre un gran parlare, dell’amore, anche al giorno d’oggi.
Si vive, si soffre, s’impazzisce, per amore. L’amore s’insegue, s’impara, si anela. Qualcuno sostiene che si possa anche uccidere, per amore. Ma questo non è vero: chi ti ama non ti uccide, e non c’è nemmeno bisogno di dirlo.
Tutti ne parlano, tutti lo sognano, tutti lo cercano, anche chi sostiene il contrario, ma poi molti, quando sembrano averlo finalmente trovato, ne rifuggono, terrorizzati dall’idea di esclusività che vi si accompagna.
A questa contraddizione fra il desiderio di vivere un amore unico ed autentico e la paura di un legame esclusivo e stabile, il sociologo polacco Zygmunt Bauman, ha dato il nome di “amore liquido”, denominazione che identifica al meglio la precarietà e l’instabilità caratterizzanti il sentimento che “move il sole e l’altre stelle”. All’amore liquido Bauman ha dedicato un saggio, titolato appunto “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi”, nel quale affronta il tema della “liquidità” negli affetti, ovvero della fluidità, tipica della società moderna, che caratterizza le relazioni sentimentali. In esso il sociologo sostiene che la liquidità, da intendersi come assenza di certezze, di sicurezze, di punti riferimento stabili, ha finito con l’investire anche il campo degli affetti, rendendo le relazioni sentimentali fugaci, fragili, effimere e incerte; a suo parere, la causa di questo disfacimento dei rapporti sentimentali, è da addebitarsi al consumismo imperante nella società, che ha trasformato l’uomo in un mero “buyer”, e cioè in un essere mosso esclusivamente dall’irrefrenabile impulso di possedere ciò che lo attrae, che si tratti di un’auto o di una persona poco rileva, e di disfarsene non appena il bene è stato “consumato” e lo stimolo messo a tacere. Così come tendiamo a sostituire gli oggetti che ci appaiono inattuali o vetusti anche quando ancora nuovi, allo stesso modo tendiamo a porre fine alle relazioni non appena queste cominciano a divenire stabili e vincolanti e ad iniziarne delle nuove. Terrorizzati dalla perdita (naturalmente parziale) di libertà che, inevitabilmente, un legame serio comporta, ossessionati dall’idea di precipitare in una noiosa routine, diamo vita a relazioni “mordi e fuggi”, basate sulla convenienza. 

“Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi”, è stato pubblicato per la prima volta nell’ormai lontano 2003, ma oggi più che mai, risulta essere attualissimo. Al di là delle personali esperienze di ciascuno, appare, infatti, innegabile che la società sia, tutt’oggi, permeata dalla liquidità: la maggioranza delle relazioni, e non solo fra i giovani, sono, a detta stessa di coloro che le vivono, caratterizzate dall’instabilità, dalla precarietà, dall’utilitarismo, dall’infedeltà; non c’è più voglia di “scegliere” una sola persona con la quale dar vita ad un progetto a lungo termine e di adoperarsi al massimo per portare avanti nel tempo tale progetto, nella consapevolezza che ci saranno delle difficoltà, magari anche grandi, da superare. Meglio vivere innumerevoli relazioni “usa e getta”, ancor meglio se virtuali. Abbiamo disimparato ad amare. E non abbiamo ancora capito che l’amore non si compra: l’amore non è un oggetto, è un sentimento, che va costruito nel tempo, seguito, coltivato, e che richiede la nostra attenzione. Come dice Bauman, bisogna Imparare ad impegnarci a coltivare l’amore affinchè esso possa effettivamente adempiere alla sua funzione di motore del mondo e della nostra vita, senza avere timore che esso possa compromettere la nostra libertà individuale e precluderci possibilità migliori, tenendo presente il fatto che “ciò che si guadagna in quantità si perde in qualità e ciò che si guadagna in facilità (scambiata per libertà) si perde in sicurezza”.


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