Le vicende, ispiratre comunque da eventi autobiografici dell'autore, vedono il giovane scrittore Marc Marronnier che depresso a causa del divorzio butta giù questa teoria e nel tentativo di dare una spiegazione all'amore finisce egli stesso vittima del sortilegio.
Beigbeder nel costruire questa commedia sentimentale usa, in un modo un po' beffeggiatorio, tutti i cliché del genere. Sembra infatti che abbia come l'intenzione di non voler fare una commedia romantica quando invece è proprio quello che sta facendo. Il risultato alla fine non è proprio riuscitissimo, molto sa di già visto e soprattutto il lato provocatorio (lo scrittore è famoso per essere un provocatore) è carente o comunque poco incisivo. La qualità tecnica c'è ed è innegabile, infatti troviamo una bella fotografia, un montaggio che salva momenti di noia e l'interpretazione dei due protagonisti Gaspard Proust e Louise Bourgoin.
Il problema della pellicola, per farla breve, è che non graffia come vorrebbe far credere. Insomma siamo lontanissimi dal Beigbeder che tirò sonori calci nelle palle al mondo pubblicitario con il suo Lire 26.900.
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