L’amore e altri guai
di Prisca Turazzi
Autore: Prisca Turazzi
Serie: //
Edito da: Milena Edizioni
Prezzo: 10.00 €
Genere: M/M romance
Pagine: 144 p.
Trama: Quando Filippo chiede all’amico Francesco di spiegargli cosa si prova ad essere gay, è difficile per lui capire se la sua sia una semplice curiosità o stia diventando un intenso coinvolgimento. Il loro legame degenera fino al punto in cui Filippo sparisce, forse per sempre, o almeno così crede Francesco che, tornando a Milano, si ritrova l’amico come coinquilino. Francesco e Filippo diventano, così, complici di un tango in cui si incontreranno e si scontreranno, sullo sfondo di una poliedrica Milano, che racchiude al contempo realtà gay friendly e omofobe. Un cast formato da poche personalità uniche e fortemente delineate cercherà di guidarli in questo difficile percorso: dallo psicoterapeuta Michele, al cugino sordomuto Raffaele, all’eccentrica amica Elisabetta. Un racconto fresco che racchiude un caleidoscopio di emozioni e immagini, vissuto dai protagonisti in viaggio alla scoperta di se stessi.
<1410206162867=23209813302-427941300@mail=1projektitan=1com>.2:0.0.0.0.0" class="_5yl5">Avete presente quando si dice che nella botte piccola c’è il vino buono? Ebbene, questo si può paragonare a quei bei libri che vengono da piccole case editrici, e questo è il caso di ‘L’amore e altri guai’ scritto da Prisca Turazzi edito dalla Milena Edizioni.
Siamo nell’odierna Milano. Protagonisti di questo romanzo M/M sono Francesco e Filippo, una coppia di amici in cui quest’ultimo, una sera, mette alla prova se stesso e le sue sensazioni nei confronti dell’altro dicendo di volersi “documentare” e… da qui iniziano i guai di cuore per entrambi.
Senza indugio vi dico che fin da subito la mia simpatia è andata per la maggior parte a Francesco il quale, ben sapendo chi è e orgoglioso di esserlo, avendo fatto coming out da tempo ormai, non si tira indietro davanti alla “curiosità”, indecisione e/o voglia di scoprire, dell’amico.
«Non voglio metterti in una posizione scomoda. Quindi, penso sarebbe meglio rimanere amici. Come al solito. Se vuoi.» Francesco sospira e annuisce. Sorrido, a disagio. Quello che evita la posizione scomoda sono io. Non mi va di ammetterlo, però. Voglio tornare a casa. Mi alzo e comincio a vestirmi. Lui mi lascia fare. Anche quando mi accompagna alla porta, mi saluta soltanto. Afferro la tracolla e me ne vado. È tutto ciò che posso fare, per ora.
Filippo: scontento, confuso, indeciso, arrabbiato e deluso da se stesso. Francesco: risoluto, tentennante, a volte impacciato, confuso e deluso come e per colpa dell’altro, perché non capisce come e dove questa storia andrà a finire, al pari di Filippo stesso.
Una storia ‘celata’ che sembra lasciare libero spazio all’intuito del lettore per capirne il senso e i vari collegamenti anche perché, seppure le voci narrative si alternino da uno all’altro, non viene segnalato all’inizio di ogni capitolo di chi sia tale pensiero in tale momento. Tutto si scopre man mano che le parole vanno avanti. La carenza di dettagli e descrizioni di tipo ambientali non disturba affatto poiché si capisce chiaramente che la storia è basata semplicemente sul rapporto tra i due ragazzi; un rapporto sull’amicizia e su un sentimento che nasce, cresce, si scontra, cade e si rialza nuovamente su basi più solide proprio come fa un fuoco morente sotto le ceneri, pronto a riardere intensamente se alimentato da altro ossigeno.
Introspettivo, specie dal punto di vista di Filippo il quale, essendo il più incerto tra i due sulla propria identità interiore, sarà quello che affronterà le maggiori difficoltà per trovare capi saldi nella sua vita.
“Mi chiedo se stia prendendo in giro entrambi. Lui e io, non so se sia giusto così. Avrei dovuto lasciar perdere. Fregarmene, come tutte le persone normali, e fingere di stare bene così, senza particolari esigenze. Forse nei recessi della mia coscienza avrei sempre saputo di quel qualcosa, di quel piccolo mondo di certezze distrutto, e lo avrei ignorato. Scorro con lo sguardo le ultime battute del testo, senza leggerle. Andare avanti, sembrava il concetto base. Andare avanti e mai fermarsi a pensare a quello che non va. Riporto le mani sulla tastiera. Andare avanti. Devo solo andare avanti.”
La copertina è dolcissima e per chi leggerà il libro, troverà facilmente l’inerenza ai due personaggi, il vizio del fumo di Francesco e la passione per la scrittura di Filippo. Semplice e complicato allo stesso tempo, ma con un bel lieto fine che fa sospirare e accontenta tutti i cuori romantici. Buona lettura a tutti!