Si, l'amore - in un certo senso - è stupido. Lo è nel senso che quando si è toccati da questa benedizione ogni cosa, anche la più insulsa, anche la più stupida, diventa improvvisamente incredibilmente simpatica e importante.
L'altra sera eravamo da Pietro per una pizza. Pietro esiste. Anche se per quanto mi riguarda potrebbe tranquillamente essere un personaggio di fantasia, come il pupazzo Ronald Mc Donald o Giorgio Panariello. Oppure solo una marca, un'insegna scritta in times new roman tutto maiuscolo bianco su fondo nero; parlare di lui sarebbe come dire che ieri sera abbiamo incontrato il signor Wolksvagen. Eppure, Pietro il salernitano esiste, in carne e ossa, in mozzarella e pomodoro.
Il Pietro di Montparnasse, di fianco al mio parcheggio, è probabilmente l'unico posto in questa città dove mi va di mangiare da solo. La buona pizza si giudica dalla base, e quella di Pietro è ottima: croccante al punto giusto, con quel tipo di farina macinata appena più grossa che sfrigola un po' in bocca quando la mastichi e farciture più che onorevoli se si tiene conto che ci troviamo a migliaia di chilometri di distanza da Napoli e da un quasiasi posto dove ogni tanto splende il sole. Il pizzaiolo è nordafricano, in fondo un pane piatto con sopra una mescolanza di qualcosa di saporito l'hanno inventato loro. Io di solito ci vado quando rientro tardi da lavoro, ordino una pizza al prosciutto ben cotta, tiro fuori i plichi di lavoro arretrato che mi leggo nell'attesa poi mi mangio la mia pizza, la taglio attentamente fetta dopo fetta, un pezzo di centro e un pezzo di crosta ben alternati, ci bevo una minerale gassata, faccio due chiacchere in italiano con i camerieri, pago il conto e torno verso casa un po' più contento.
In fondo lei è così: ha bisogno che prima di tutto le si dimostri che si sta bene da soli perchè ci permetta di poterci stare bene insieme. L'altra sera da Pietro eravamo decisamente felici, euforici senza motivo, come lo possono essere solo due amanti (ve l'ho detto - no? - che l'amore è stupido). Le raccontavo come fuori dall'Italia con le varietà di pizze ci si sbizzarriscono e un po' improvvisando - l'esperienza e la passione di un Italiano sommata a uscite completamente spiazzanti e colpi da ingenuità inattese di una parigina - ne è venuta fuori una conversazione tra il fantastico e il surreale. Uno di quei simpatici discorsi insulsi, quelle battute che paiono geniali solo quando il cuore e altri ammennicoli vari nei nostri corpi palpitano all'unisono fortemente l'uno per l'altra. Lo riporto senza impegno, prendiamolo come un tipico esempio di ironia che funziona solo tra amanti.
Pizza ai 4 prosciutti: cotto, crudo, praga e affumicatoPizza Funghi e Funghi: come la prosciutto e funghi ma coi funghi al posto del prosciuttoUna Stagione: solo funghi (o solo carciofini, solo prosciutto, solo capperi, a seconda)Pizza ai Porcini: con carne di maialePizza alla Ricotta: non sarebbe male se non fosse che è è stata ri-cotta, quindi completamente bruciataQuattro Stagioni: primizie, pomodori, uva, cavoloverzaPizza Pomodoro, Mozzarella e Basilico: come la Margherita ma con un nome più appropriatoMargherita: con le margheritePizza Regina: una pizza normale ma ti fanno l'inchinoCasertana: somiglia alla Napoletana ma è molto più provincialeCalzino: chiusa come il Calzone ma più piccola e con molto gorgonzolaPizza della Casa: privata, non è vendita e comunque ci pagano sopra l'IMUAzzip: una pizza qualsiasi, ma scomodissima perchè la servono nel piatto rivoltata all ingiùPizzo: una fetta ti verrà estorta da un signore brusco che arriva mentre stai mangiando quando meno te lo aspetti.Pizza: la servono solo in posti squallidi, te la portano dopo un sacco di tempo e quando te ne vai pensi "che palle".
Nota 1: Checcè se ne dica, O' Zappatore è una cosa seria.Nota 2: Per preparare questo pezzo ci siamo divertiti su Facebook con Francesca Maiocchi, Elena Grilli, Carlo Pasotti, Marco Rota, Laura Giavaldi, Silvia Pivari e Marzia Barbieri. Grazie.