“Ci si dà interamente all’altro solo quando si è consapevoli del fatto che non ci si potrà mai dare interamente”
(da “L’amore è tutto” di Michela Marzano, UTET)
Questo libro è stato un regalo di una delle mie più care amiche. Quelle amiche che se ti guardi indietro, se guardi le esperienze vissute, se pensi al peso delle Parole spese, e delle emozioni condivise puoi definire come sorelle. E la scelta del libro rivela spesso quanto conosci una persona. Scopro Michela Marzano come scrittrice in questa occasione. La leggevo su Vanity Fair ma non avevo mai preso un suo libro. E devo dire che il suo stile mi è piaciuto, le sue analisi mi hanno incuriosito. Il suo libro è uno specchio con cui ognuno di noi può fare i conti: puoi leggerlo, guardarci dentro e guardarti dentro. Sono quei libri che danno spessore alla lettura. Si, ammetto, è una lettura che impegna, se la fai seriamente. Perché Michela, tramite le sue esperienze, ti chiede di metterti in gioco. Di capirti, di pensarci. E qui sta il valore di questo mio regalo.
«Ognuno di noi si porta dentro un segreto. E passa la vita a girarci intorno. Talvolta se ne parla.
Talvolta lo si sfoggia. Talvolta lo si nega. Eppure è sempre quel segreto che spiega tutto quello che si vive…
L’amore, in fondo, è quel segreto che ci portiamo dentro.»
Michela Marzano conosce l’arte di parlare di sé, delle proprie esperienze, delle proprie vicende, per spiegare sentimenti universali in cui è impossibile non riconoscersi. Sa bene che, sull’amore, di libri ce ne sono tanti; ha letto i filosofi, i poeti, i romanzieri. Ma è convinta che, con le teorie, coi libri, l’amore c’entri poco o niente: l’unico amore che vale la pena di essere raccontato è quello quotidiano, reale, concreto. «L’amore che siamo e che ci portiamo addosso.» Bambina in attesa del Principe Azzurro, e poi donna sempre troppo romantica, ma anche amante capace di non farsi troppe illusioni, fino all’incontro – una sera, per caso, per gioco – con l’uomo che diventerà suo marito: apparentemente la vita sentimentale di Michela non è molto diversa da quella di tante altre donne di oggi. Infinitamente comprensiva e compassionevole con tutte le donne e gli uomini del mondo, Michela è capace di volgere su di sé uno sguardo spesso spietato. «I dialoghi tra me e me sono i più duri.» È così che il suo occhio indagatore, coraggioso, limpido, scopertamente vero riesce a vedere al di là dei ristretti confini personali e a coinvolgerci, emozionarci, conquistarci. Il libro ha ricevuto il Premio Bancarella 2014.