Dicono si chiami “sindrome del nido”. Pare colpisca le gestanti nelle ultime settimane di gravidanza, portandole a preparare il nido in maniera vagamente ossessiva per prepararsi all’evento. Cose tipo spostare culla, pupazzi, vestitini, borsone per l’ospedale, varie ed eventuali circa millemila volte per poi rimetterli nello stesso posto di prima. I casi gravi raccolgono anche i rametti e gli aghi di pino dalla strada per portarseli nel nido. I casi peggiori, però, sono quelli in cui il concetto di “nido” è molto, molto vago. Tipo che stai traslocando, abiti in una casa semivuota che tutto ricorda meno che un nido e devi andare quanto prima in una dove attualmente non c’è nemmeno il bidet, la camera da letto è da comprare (dopo aver montato il parquet) e il salotto è da pitturare. Una roba che ti metti le mani tra i capelli e pensi “ti prego, fa che tutto finisca in fretta, fa che io abbia il tempo di abituarmi al bagno nuovo senza ritrovarmi con una neonata che si aspetta non so ancora bene cosa da me e gli scatoloni da svuotare…”. Io ve lo dico, una sindrome del nido non sfogata come si deve, fa dire cavolate non da poco…
“Maschio Alfaaaaa, vieni qui, devo farti vedere una cosa perché se non la vedi non la capisci!”
Il Maschio Alfa, con l’espressione patibolare di chi sa di dover cedere ad un tono che lascia poco spazio a contrattazioni del tipo “vengo quando inizia la pubblicità”, arriva in camera da letto. La femmina della Specie è lì. Dicesi Femmina della Specie l’esemplare complementare del Maschio Dominante Alfa. Risponde al richiamo “Mina-mina” se pronunciato due volte di seguito con timbro nasale e acuto.
La Femmina della Specie si chiama così per non confonderla con Lui, che è Maschio. Trattasi di mammifera, anche se ritiene l’oviparità una strategia riproduttiva più pratica, sebbene nemmeno lontanamente affascinante come quella della rana pipa pipa, che conserva i girini in piccole bollicine sulla schiena che poi, a tempo debito, scoppiano liberando la progenie. Quella che per noi è varicella, per una rana pipa-pipa è una gravidanza isterica. In prossimità del parto, la femmina della specie ha cambiato abitudini, dieta e taglio di capelli. Entro qualche settimana, si allontanerà da tutto e tutti per dare alla luce la cucciola, magari sotto una siepe, per nascondersi ai predatori. O all’ospedale. Ma non ora, ora ha qualcosa di importante da fare: spiegare una cosa delicata al Maschio Alfa.
“Maschio, guarda con MOLTA attenzione. Seguimi che è importante. Questo è il borsone per l’ospedale. In queste buste ci sono i cambietti della Gnappa Alfa per l’ospedale. Li vedi? Ok. La Gnappa nasce nuda. Guarda me, non guardare le buste che poi non capisci. Allora, in teoria, se ci riesco, o io o mia sorella cercheremo di portarci il primo cambio in sala parto. Nel caso in cui non ci riuscissimo, tu devi sapere che queste due bustine, che hanno il disegno diverso rispetto alle altre, le devi dare all’ostetrica quando te le chiederà. Non guardare me, guarda le buste che poi non capisci. Devi darle queste due perché in una c’è il cambio completo, nell’altra ci sono gli asciugamani. E’ chiaro? Per aiutarti, sopra le buste ho scritto “1°cambio” e “asciugamani”. E’tutto chiaro?!
La Femmina della Specie riceve in cambio uno sguardo verde-azzurro, a metà tra il torvo (“mi hai preso per cretino?”) e il vacuo (“parlavi con me?”).
“Oh, hai capito? E’importante, abbiamo deciso che il primo cambio è questo, ok?”
“Abbiamo chi, scusa? Chi è che l’ha deciso?”
“IoNoi. Ti ho anche chiesto un parere, una volta, ma dormivi.”
“Lo vedi perché volevo il maschio? Perché tra un po’ avrò una mini-te in giro per casa e io non lo so se ce la posso fare.”
“Zitto. E’ tutto chiaro?”
“Sì”
“Un’altra cosa importante: ho attaccato al frigorifero il numero della neonatologia dell’ospedale, così se ho un dubbio su quando andare in ospedale, li chiamiamo e chiediamo se dobbiamo aspettare o andare. Ok?”
“Sì, ma io che c’entro ora col numero della neonatologia?”
“Come sarebbe? C’entri nella misura in cui se c’è bisogno sai dove trovare il numero.”
Il Maschio Alfa ha una vena (ma anche un paio di arterie) polemica che è difficile da frenare.
“Scusa, ma mi pare prematuro che tu mi dica ora, con un mese e mezzo d’anticipo rispetto ad un ipotetico bisogno, che attaccato al frigo c’è il numero della cosa…l’ostetr…la pediatr…la…la…gine…vedi, già mi sono dimenticato!”
“La neonatologia, Alfa, neonatologia. Ma non ti preoccupare, sul post-it, oltre al numero, c’è anche il nome del reparto, ho pensato anche a quello. E poi che discorso è “io che c’entro?”. Lo vedi perché io con te perdo la pazienza? Perché sei sprovveduto e non ti organizzi mai per tempo. Ma scusa: se si rompono le acque qui a casa e io non ci sono, almeno tu sai dove andare a cercare il numero, no?”
Attimo di silenzio.
“Scusa, Femmina della Specie, ho un quesito. D’altra parte, sono sprovveduto. Per quale motivo potrebbero rompersi le acque qui mentre tu sei da un’altra parte?”
“Ehm…”
Silenzio.
Vi ho già detto che Maschio Alfa ha una vena (ma anche un paio di arterie) polemica che è difficile da frenare?