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L'amore in un giorno di pioggia di Sarah Butler

Creato il 22 settembre 2013 da Pupottina
L'amore in un giorno di pioggia di Sarah ButlerAnche quando hai perso la strada c’è una stella che ti riporta a casa.
Un libro sulle tante cose che, nei rapporti familiari, vengono omesse, su tutto ciò che una famiglia tace o non riesce a dire. Un romanzo sulla comunicazione all’interno di un piccolo nucleo, come la famiglia, e sull’amore. Un libro intenso, dove a comunicare sono i gesti, le abitudini, più che le parole realmente pronunciate. Un libro troppo breve, ma ricco di emozioni, toccante e commovente, che trasmette il senso delle infinite sfaccettature di cui si compone l’animo umano.
L’amore in un giorno di pioggia non è il primo libro di Sarah Butler, ma il primo che le viene pubblicato. Dietro la tecnica di scrittura personalissima dell’autrice, ci sono molto studio e ricerca. I personaggi, psicologicamente, non sono semplici e lineari. Ed anche la descrizione dei luoghi è precisa dal punto di vista architettonico ed edilizio.
L’amore in un giorno di pioggia ha tre protagonisti: Alice, suo padre Daniel e la città di Londra, moderna e cosmopolita, ma che subisce il fascino di un glorioso passato.
Daniel è un uomo che ha perso la possibilità di essere padre e di crescere sua figlia, ma non ha mai smesso di cercarla. Di lei conosce solo il nome: non l’ha mai vista. Sa che l’ha concepita, in un giorno di pioggia, insieme alla donna che ha amato di più al mondo e che ha perso quasi trent’anni prima. Per Alice, quando arriva il giorno del suo compleanno, Daniel scrive delle lettere piene d’amore e di tutte le cose che vorrebbe poterle raccontare e, non conoscendo il suo indirizzo, le affida al destino, depositandole in luoghi improbabili di Londra, dove spera che lei, per caso, le trovi.
Alice è una ragazza indipendente che nasconde, però, tanta fragilità, poiché non riesce a sentirsi a casa vivendo con la famiglia in cui è cresciuta e, inoltre, ha il tormento di un vecchio amore che non riesce a dimenticare. Per Alice fuggire, dai luoghi e dalle persone, è una costante. Tutti, coloro che la circondano, sono abituati, da sempre, ai suoi viaggi nei luoghi più sperduti del mondo, dove lei va a cercare quella parte di se stessa, che non riesce a trovare, e per vedersi in una prospettiva nuova.
Lo stile narratologico e la scelta lessicale non sono propriamente semplici, perché la Butler ha deciso di farci conoscere i personaggi e di farceli confrontare ed analizzare, alternando non soltanto i capitoli riferiti a Daniel e ad Alice, ma anche corredandoli di liste costituite da dieci cose. Di volta in volta, si trovano liste su ciò che amano, ciò che odiano, ciò che li colpisce, ecc. Queste liste o decaloghi sono elementi mutevoli, che impreziosiscono e schematizzano le sfaccettature dei personaggi principali. Il lettore impara a conoscerli anche grazie a queste sintetiche pagine, nelle quali colori, sapori, oggetti, ricordi e sensazioni prendono vita. I dettagli iniziano a contare più delle parole non dette. Gli oggetti, semplici e quotidiani, iniziano a costruire quel qualcosa chiamato “casa” che entrambi i personaggi cercano, in base al loro legame d’amore. È come se entrambi percepissero quel senso di mancanza e quel sentimento naturale, genetico, che li accomuna e li unisce. Come forze misteriose, aiutate dal destino, i due personaggi trovano la strada che li porta l’uno verso l’altra.
“So che quando ci incontreremo non conterà quanto mi ci sia voluto per trovarti. Quando ci incontreremo, avremo tutto il tempo di dirci quello che dobbiamo dirci. 
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