Pochissimi i dialoghi, musica intensissima, spesso assente, luci calde e cariche di pathos, tutto il lavoro di interpretazione spetta allo spettatore, che viene solo accompagnato all’interno di un viaggio dell’animo umano e dei suoi sentimenti.
Una storia d’amore inconsueta che si svolge nell’arco temporale di una decina di anni a partire dal 1936.
A Giovanni, sembra naturale riallacciare i rapporti con lei e vivere una comoda avventura, tanto con lei già esiste un passato e riaverla non si presenta difficile, anzi. Poi al termine, i soliti gesti squallidi di chi tradisce, lavare via i segni e tornare alla normalità. In realtà riallacciare le emozioni passate, investe il protagonista di un’irrefrenabile voglia di nuovo, profondo e vero :“hai una moglie e un figlio, cosa vuoi da me”? – Sono sposato, c’è l’arresto, sono rovinato, ci pensi a mia figlia”?
Amore clandestino, amore rubato alla realtà dal ritmo lento come il quotidiano, musica toccante e suoni reali, trasmettono un senso di veritiero che non affatica, mai prevedibile nel suo incedere narrativo. Esprime qualcosa di sentito, di semplice ovvero la profondità dei sentimenti, la voglia di rivivere qualcosa di perduto legato anche alla gioventù e quindi idealizzato dal ricordo.
Tutto giocato sull’espressività recitativa dei due protagonisti a cui ruotano intorno pochissime comparse. Piano piano una tenerezza nuova prende il sopravvento nell’agire di lui e lei grazie a questo amore acquista una dignità nuova. Due ruoli che risultano molto convinti e convincenti.
Regia: Carlo Mazzacurati – Sceneggiatura:Claudio Piersanti ,Doriana Leondeff Musiche:Franco Piersanti – Fotografia: Luca Bigazzi
Cast: Armida: Luisanna Pandolfi, Franchino: Marco Messeri, Maria:Maya Sansa, Giovanni : Stefano Accorsi