L’analfabeta che sapeva contare è un concentrato di simpatia, inutile girarci attorno, talmente surreale da risultare credibile, i salti temporali ti fanno girare la testa, ma non puoi ammetterlo perché altrimenti ti ritrovi, tu lettore, catapultato nel girone degli stupidi, sia mai!
La storia è davvero complicata, ricca di colpi di scena, viaggi, incontri casuali talmente assurdi da conquistare. Nombeko è una ragazzina nata in Sudafrica, povera e all’inizio della storia anche analfabeta. Nombeko però sa contare, e anche molto bene, inoltre, è un genio.
La storia vanta personaggi di tutto rispetto: due gemelli svedesi, uno dei quali non esiste, tre cinesi dall’intelligenza altalenante, una ragazza arrabbiata, e diverse comparse sparse in maniera ottimale, a questi dobbiamo aggiungere un po’ di diamanti e una bomba atomica recapitata per sbaglio. Ah si, ci sono anche un paio di agenti del Mossad, per gradire l’intrigo.
Il punto è che dopo Il Centenario che saltò dalla finestra e scomparve non mi aspettavo nulla di diverso, e, nonostante la difficoltà del libro da superare, direi che l’obiettivo è ampiamente raggiunto. Questo libro è un’assoluta, imperdibile, follia. E per questo va letto, gustato, assaporato.
Crescendo, Nombeko, fu in grado di svuotare un numero sempre maggiore di bidoni al giorno, quindi i soldi erano sufficienti per qualcosa in più del solvente. Fu così che la madre poté integrare l’acquaragia con pasticche e superalcolici. La bambina, notando che la situazione non poteva continuare a quel modo, disse a sua madre che doveva scegliere tra smettere o morire.
La mamma annuì facendo segno di aver capito.
Al funerale c’era parecchia gente.
Autore: Josan Jonasson
Titolo: L’analfabeta che sapeva contare
Traduttore: Margherita Podestà Heir
Editore: Bompiani
Anno: 2013
Prezzo: 19,00 Euro
ISBN: 45271441