L’analfabetismo nel mondo: Analfabetismo funzionale e dispersione scolastica nei paesi industrializzati.

Da Simonetta Frongia
Una delle caratteristiche dell’analfabetismo è quella di non essere un fenomeno puramente casuale nel senso che - inevitabilmente - esso colpisce le nazioni più povere e i più poveri d’ogni nazione.Tra gli adulti, comunque, è da rilevare che la maggioranza degli analfabeti sono donne.Il problema più grave per alfabetizzazione è, sicuramente, quello di aver indebolito la struttura scolastica dopo numerosi tagli alla spesa pubblica, perché se per la spesa sociale ciò significa effettuare risparmi assai significativi, per la scuola significa abbassare la qualità dell’istruzione e, spesso demotivare coloro che nella scuola vivono e lavorano. Ciò significa indebolire proprio le basi di quella che a ragione è considerata “la piramide educativa ” (5) ossia la scuola elementare e i programmi d’alfabetizzazione per giovani e adulti. Il degrado dell’insegnamento e delle strutture scolastiche causa anche - in un circolo vizioso che si autoalimenta - una diminuzione della domanda d’educazione di base. Anche per ciò che riguarda l’alfabetizzazione degli adulti ci troviamo di fronte ad un problema in crescita, poiché prima degli anni ‘80 si lavorò - tramite campagne d’alfabetizzazione - per ridurre il tasso d’analfabeti soprattutto nei paesi in via di sviluppo; anche nei paesi altamente industrializzati il problema dell’analfabetismo sembrava superato, tuttavia il numero degli analfabeti nel mondo continua a salire, e nei paesi industrializzati invece si manifesta un analfabetismo di ritorno, cioè l’analfabetismo funzionale, che riguarda il 10% della popolazione.
Per analfabeti funzionali si intendono gli individui in possesso di una cultura insufficiente per far fronte alle esigenze di relazione e alle condizioni di lavoro della società in cui vivono.
Data l’immensità e la gravità del problema, le risorse dedicate all’alfabetizzazione degli adulti sono insufficienti. Il numero degli iscritti in questi programmi è insignificante, e i tassi d’abbandono elevatissimi, inoltre è da rilevare che le poche capacità acquisite non durano nel tempo e prima o poi vanno perdute.
Negli ultimi tempi questi problemi sembrano essere venuti alla luce con maggiore forza, probabilmente perché in una società che cambia così velocemente non sempre si riesce - con la stessa velocità - a riaddestrare i lavoratori a compiti nuovi e più complessi nati da cambiamenti tecnologici che sostituiscono vecchi modi di lavorare ma anche vecchi modi di pensare e gestire il tempo-lavoro. A causa delle inadeguate capacità di base questo addestramento si rivela difficile. Purtroppo l’analfabetismo funzionale colpisce tutte le parti della società, colpendo però più frequentemente la popolazione più povera e/o le minoranze. Bisogna ricordare che esso è un fenomeno evidentissimo anche - e soprattutto - nei paesi industrializzati ma che, dietro ciò, c’è sempre una carenza delle strutture o dei programmi scolastici di base e anche una serie di squilibri economici e sociali. In molti paesi, alla dichiarazione di principio di un uguale diritto all’educazione per tutti i bambini corrisponde una realtà di disuguaglianza nelle possibilità d’istruzione e formazione. E’ una disuguaglianza tra diverse aree del paese, tra vari gruppi sociali, fra gruppi etnici, ciò si traduce in un’offerta di formazione fortemente disomogenea. Simonetta Frongia Fonte: La rilevanza politico sociale della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, tesi di laurea di Simonetta Frongia ( I diritti sono riservati)Note:  5. Il diritto all’educazione, quaderni per l’educazione allo sviluppo, UNICEF (1991).