L'anello di diamanti.

Da Enricobo2
Oggi mi sento davvero depresso. Basta poco per farti superare il limine e metterti in quello stato di tristezza meditativa che ti conduce in uno stato di malessere catalettico. Un piccolo fatto che ti faccia considerare come ormai agli occhi del mondo tu sia nient’altro che un povero anziano dalle meningi deficitarie, da ricoverare come minimo in apposita struttura, se non da avviare ad apposite associazioni svizzere o olandesi che si interessino non già di curarsi dei tuoi risparmi (a quello già ci pensa il governo) ma di avviarti senza por più tempo in mezzo verso la dolce morte, atto che aiuterebbero a risolvere anche il problema delle casse statali. Me ne andavo infatti a passo baldanzoso, dopo aver postato la mia scemenza giornaliera per non farvi sentire soli, percorrendo il corso principale di Mentone, sollazzandomi della vista degli alberi di aranci amari che la ornano. 
Mentre tenevo lo sguardo fisso verso l’alto per evitare che i deliziosi, anche se poco utili frutti, mi cadessero sulla testa, ecco che un baldo giovane attrae la mia attenzione con qualche esclamazione e tra balbettii di meraviglia e contemporaneamente guardandosi intorno con sospetto e occhio basito, raccoglie da terra un gran bell’anello d’oro zecchino con diamante al centro e me lo mostra con fare complice. ra, che nel 2011 ci sia ancora gente che campa col pacco dell’anello trovato, mi sembra cosa fuori dal mondo, o meglio credo, dacché qualcuno evidentemente tenta di fare questa sceneggiata, avranno limitato il range dei possibili truffandi a poche categorie papabili. Diciamolo chiaro che rimane solo quella degli anziani avidi e rimbambiti, giocando sulla consueta miscela della bramosia umana che intravedendo con ingordigia la possibilità di guadagno a ufo non esita a farsi vittima da sola attraverso la propria colpevole ingenuità. Erano un tempo le truffe più facili e anche simpatiche in quanto, prive di ogni forma di violenza, punivamo proprio l’avidità dell’affare alle spalle di un presunto povero in condizione di debolezza.
Appare quindi evidente che il giovanotto dall’aspetto bisognoso mi ha inserito in questa particolare categoria di anziano, aggravando il giudizio con la supposizione, data la classicità della truffa, di un posizionamento nella scala dei rimbambiti, particolarmente alto. Per la verità le capacità artistiche e attoriali del pacchettatore erano buone, ma non ho voluto fargli perdere troppo tempo anche se, insisto ero particolarmente irritato per la sua valutazione, così l’ho invitato un po’ troppo bruscamente a cercarsi un altro pollo, sempre che se ne trovino ancora di questa portata. Poveretto, se ne è andato con la coda tra le gambe con il suo anellone serrato tra le mani, in cerca di miglior fortuna, chissà se va dalle parti di Piazza Affari. Meno male che l’acqua è un po’ più calda questa mattina e mi attenuerà la sgradevole sensazione. Magari mentre vado a casa, per ritrovare la pace col mondo mi compro un bel Saint Felicien da 2 etti e una baguette fragrante.

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