L’autunno è il mese delle novità, dei nuovi progetti e dei buoni propositi. Il mio era quello di arricchire il blog con nuove rubriche in modo da garantire, a chi solca questi mari, di avere una prospettiva a 360° dell’attuale offerta editoriale. Ecco quindi L’angolo del Chick Lit: dedicato alle lettrici dall'animo romantico e sognante. Ho deciso di inaugurare questa rubrica con la recensione di Ladra di Cioccolato, il romanzo d'esordio di Laura Florand, gentilmente inviatomi in anteprima dalla Leggereditore. Il romanzo della Florand, che sarà impegnata in un tour promozionale in Italia (tutte le date qui), è stato definito un romanzo: “sensuale e ironico”. Purtroppo leggendolo non ho trovato né sensualità né ironia. Anche questa volta, infatti, si è voluto giocare sul binomio "passione-cucina" come se il cibo fosse l’unico modo possibile per descrivere la sensualità e la carica erotica tipica nelle storie appena nate, come se la cucina fosse l’unico luogo in cui i protagonisti di questi romanzi possano ritrovare la leggerezza, il gusto per la vita e la voglia di amare. Trovo che si stia giocando un po’ troppo su questa tematica e, tranne alcune eccezioni come La ricetta segreta della felicità (potete leggere la recensione qui), trovo che sia un espediente che ha stancato. Il problema, infatti, è che nell’ossessiva ricerca di aggettivi dall’aria esotica e sensuale da associare al cioccolato, la Florand si è dimenticata dei suoi personaggi. L'intraprendente Cade e il cioccolattaio Sylvain Marquis, infatti, sono due personaggi che restano sfondo della narrazione e non riescono ad essere i protagonisti della loro storia. La loro caratterizzazione è solo accennata e quando l'autrice tenta di farlo utilizza quella tipica del genere: lei è una donna che si sente goffa, impacciata e perennemente fuori luogo, ma che in realtà risulta affascinante e di successo. Lui è bello e dannato, circondato da donne che ama sedurre per gioco, ma che questa volta si troverà spiazzato e attratto dall’inconsapevole fascino dell’americana Cade. Lui, come ogni parigini, è snob ed egocentrico, lei, come ogni americano, è ottimista e generosa. La stessa città di Parigi è descritta in modo sommario ed estremamente superficiale. La città, infatti, non viene vissuta dalla nostra protagonista, ma semplicemente attraversata. Sembra di essere incappati nel diario di una teenager, che tenta di immaginare le sue giornate nella Ville Lumiére.
In sintesi: Ladra di cioccolato è un romanzo per vere amanti del genere, disposte a sorvolare su queste pecche in cambio di una storia sognante e zuccherosa. A chi invece cerca qualcosa di più anche in un chick lit consiglio di rivolgersi altrove. Alla prossimaDiana