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L'angolo del Griot / Mbokothe il trasformista / Racconto Akamba

Creato il 04 marzo 2012 da Marianna06

 

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C’erano una volta, in un villaggio africano, due fratelli orfani dei genitori, uno dei quali Mbokothe chiede un giorno all’altro, inaspettatamente, di potersi impossessare delle uniche due vacche, che servono loro di sostentamento e di poterle recarle in dono allo stregone del luogo, per ricevere in cambio dei  poteri magici.

L’altro, che era anche il minore dei due, non volendo contrariare suo fratello, acconsente senza battere ciglio.

Così Mbokothe, repentinamente, prima che l’altro possa cambiare idea, slega le due vacche e si avvia con passo sostenuto all’abitazione dello stregone.

Lascia fuori dell’ingresso ad un servo dello stregone le sue due vacche e si sottomette, felice e contento, ai riti dell’anziano uomo, al quale chiede il potere di potersi trasformare in tutto ciò che vuole.

Naturalmente il suo potere magico non avrebbe dovuto mai essere noto a nessuno nel villaggio.

Così, un giorno, Mbokothe decide di trasformarsi in un grosso e nero toro, per essere venduto dal fratello al mercato, e ricevere  in cambio qualcosa di molto più conveniente per loro.

E lo scambio al mercato, infatti, avviene.

Il ricavato del baratto  sono due belle vacche e, addirittura, anche cinque capre per i due fratelli.

Mbokothe-toro , però  ora deve seguire il suo padrone, che vuole ammazzarlo per il banchetto delle nozze di sua figlia.

 Compresa l’intenzione, Mbokothe, approfittando di una distrazione dei presenti, si dà alla fuga e, giunto poi in un luogo remoto si trasforma nuovamente in  uomo.

Essendo finita bene per questa volta, i due fratelli, nel giorno di mercato ci riprovano nuovamente.

E il baratto avviene niente di meno che con dieci capre.

Si dà il caso però che anche il compratore di Mbokothe era stato dallo stregone e anch’egli era dotato di  analoghi poteri magici.

Allora, quando Mbokothe, per spaventare l’uomo, si trasforma in un feroce leone e scappa, anche l’altro fa la stessa cosa. Ed abbiamo un interminabile inseguimento nella savana.

Non essendoci risultato, ecco che Mbokothe pensa di trasformarsi in nibbio predatore.

Ma anche l’altro fa la stessa cosa. E i due s’inseguono nel cielo senza vinto e vincitore.

Allora, sempre Mbokothe che, per quanto astuto, ha comunque una fertile fantasia, pensa di trasformarsi in un’antilope che corre velocissima. Ma l’avversario immantinente diviene un lupo.

E allora?

Allora i due, che sono più che consapevoli dei loro furbi giochetti, grazie ai poteri magici ricevuti dallo stregone, alla fine stanchi di fare come il gatto con il topo, si arrendono.

Mbokothe restituisce all’uomo, suo avversario, le dieci capre e la vita al villaggio torna a scorrere come prima quasi nulla sia accaduto.

Insomma Mbokothe e suo fratello devono accontentarsi, per forza di cose, del poco che hanno e comprendere, una volta per tutte, che non c’è magia che paga o stregone che possa renderci ricchi.

L’unica ricchezza è solo quella che si guadagna con il sudore della fronte.

Infatti, per un bel po’ di tempo, i due fratelli diventano servi-pastore di un ricco possidente della zona. E poi, con il tempo, riescono  ad avere ciascuno una mandria propria.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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