Avvertenza al navigatore incauto – “L’angolo del neurone rincoglionito” è una nuova rubrica di Rosebud creata a bella posta per celebrare gli achievements televisivi italici dal momento topico in cui la nostra televisione toccò il fondo fino all’attuale dimensione dell’iniziamo-a-scavà. Se sei una persona di media intelligenza NON leggere questo pezzo, se ti ritieni cittadino valido NON leggere questo pezzo, se riesci a pronunciare una intera frase di senso compiuto senza commettere errori NON leggere questo pezzo. Ma qualora decidessi di fare la grande-cazzata e di leggere, darò per scontato che sei maggiorenne e che stai tenendo lontano dallo schermo del tuo computer i bambini e gli “affetti” da una qualsiasi sventura.
di Rina Brundu. Non ho mai amato Claudio Villa; già al tempo della mia prima adolescenza – in quegli anni 80 carichi di ogni speranza e di ogni promessa – era personaggio televisivo che apparteneva ad altro tempo, connotato di una carica “datata” che non possedevano neppure gli ottuagenari vecchi ogliastrini che mi circondavano, resi sempre moderni dalle infinite storie di vita che sapevano raccontare con arte unica. Non amavo il suo talento che per ovvie ragioni non poteva raggiungermi dentro e non amavo l’immagine da macho-italico che la sua figura e le sue pose da play-boy de-noantri suo malgrado (?) proiettavano. Mi infastidiva soprattutto lo stereotipo culturale che “coltivava”, quello dell’Italia tutta pasta-pizza e mandolino e ahinoi! tutta l’altro “marcio” che sarebbe venuto fuori nel giusto tempo – questo.
Mai ho pensato però che il mio naturale disliking per il personaggio mi desse il diritto di scandagliare la sua vita privata, di giudicare i suoi “peccati” di uomo, di giudicare il suo modus-vivendi. E mai ho pensato che questo diritto se lo potesse prendere chicchessia; ritengo inoltre che l’occhio-indiscreto dentro le vite dei personaggi pubblici dovrebbe smettere di curiosare ad un certo punto. A quanto pare però questo non è il pensiero dei direttori di rete di Rai 1 e di Canale 5, i quali, da qualche settimana a questa parte, hanno ingaggiato una curiosa guerra d’ascolti dove a farne le spese sono proprio la dignità artistica e umana dell’ex reuccio della canzone italica. Protagonisti e interpreti della singolar tenzone sono: per la RAI Maria Venier conduttrice, la domenica pomeriggio, del programma di intrattenimento sottoculturale Domenica In, e per Canale 5 Barbara D’Urso conduttrice, sempre la domenica pomeriggio (stessa ora), del programma di intrattenimento sottoculturale Domenica Live.
Special and guest stars? Per la Venier – e per la gioia dell’abbonato Rai fatto fesso e rincoglionito (da qui il titolo della nuova rubrica) dal recente pagamento del canone, anche quando si vive all’estero – la vedova Villa e le sue figliole e per Barbara D’Urso Manuela Villa, la figlia mai riconosciuta da Claudio ma che sarebbe tale in virtù degli esami genetici effettuati e della decisione presa dal tribunale in merito alla causa da lei intentata contro il padre (o chi per lui). L’oggetto del contendere durante la… pardon, le trasmissioni? Non c’ho capito granché sia perché non me ne frega niente sia perché per seguire tutto il discorso occorre mettersi davanti a due schermi televisivi (manco si trattasse delle semifinali della Coppa del mondo!); la mia impressione di fondo è che both-parties si contendano le “simpatie” del pubblico e “l’eredità ideale” (anche perché di dinero non ce ne sarebbe tanto!) del reuccio Villa, e dunque una sorta di diritto-divino a portare quel cognome (mi rendo conto che Villa fa più figo di villetta-a-schiera!), con tutto quel che ne viene.. (ne viene?)….
Fermo restando che ci penserei due volte prima di andarmene in giro con il cognome di un padre che non mi ha mai voluto; fermo restando che ci penserei due volte prima di negare ad un figlio, seppure non riconosciuto dal genitore, quella dignità minima che il dolore dell’essere-abbandonato pretende; fermo restando che questi non sono argomenti da gettare in pasto al pubblico e su cui nessuno di noi ha il diritto di dirimere, il dubbio mi assilla: ma chi sono i direttori di rete di Canale 5 e di Rai 1 che permettono tutto questo? E perché Piersilvio e Piermatteo non intervengono?
È indubbio infatti che lo che lo status-quo mediatico denunci una situazione da caccia alla volpe di wildiana memoria: l’innominabile in piena caccia dell’immangiabile! Qui naturalmente si tratta dell’innominabile in piena caccia dell’inguardabile ma sempre delirio è!
Featured image, Claudio Villa in compagnia di un suo acuto.