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L’angolo del neurone rincoglionito (16) – Su Striscia la notizia e l’affaire mediatico Fabio e Mingo. E ancora sull’epopea MasterChef e le strategie da metodo Boffo.

Creato il 09 maggio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Painting of Blaise Pascal made by François II Quesnel for Gérard Edelinck in 1691.

Painting of Blaise Pascal made by François II Quesnel for Gérard Edelinck in 1691.

di Rina Brundu. Dato che l’affaire di cui al titolo è finito – a puntate – su tutti i quotidiani e settimanali italici di grido con la proprietà religiosa e seriosa tipica delle nostre usate cronache parlamentari, non si vedono ragioni per non trattarlo dentro questa gloriosa rubrica online. Ecco il sommario: verso la fine dello scorso aprile – durante la dodicimilionesima puntata del telegiornale satirico “Striscia la notizia” (Canale5-Antonio Ricci Productions) –  il Gabibbo (pensare che l’America giornalistica al tempo al dell’epocale Scandalo Watergate, è riuscita a mettere in campo i soli Carl Bernstein e Bob Woodward!), ha annunciato che la Produzione sospendeva gli storici inviati pugliesi Fabio e Mingo per motivi ancora da accertarsi.

È invece di questi giorni la notizia che tale “sospensione” si sarebbe infine trasformata in una vera e propria epurazione conseguente ad un comportamento deontologicamente scorretto da parte dei due inviati, etc etc etc. Onestamente non sono mai stata una fan di Fabio e Mingo, così come – con esclusione dello straordinario Moreno Morello e degli stessi Ficarra e Picone – non sono mai stata una fan dei “giornalisti” della Redazione di Striscia. Di fatto ho sempre pensato che questo datato programma abbia dei grossi meriti (meriti raramente ascrivibili ai nostri telegiornali standard), ma non mi è mai piaciuto né lo stile kitsch né la tipologia di management ricciano all’insegna dell’intellettualismo nazionalpopolare.

Detto questo, se la Produzione ha ravvisato irregolarità nei servizi mandati in onda, non importa chi siano gli autori, ha fatto benissimo a “tagliare” presto e bene e concordo con il Gabibbo che la faccenda – se fosse come raccontata dai numerosi articoli giornalistici – sarebbe “grave”. Tuttavia – nonostante il buon esempio civile e mediatico che Striscia sta dando – mi è ancora difficile saltare sul carro eticamente vincitore di Ricci, questo perché in passato ho osservato comportamenti diversi quando il gossiping mediatico ha riguardato players più in vista dentro il programma, cito per esempio il momento in cui Ezio Greggio fu accusato di evasione fiscale. Ma magari mi sbaglio…

Non mi sbaglio invece quando dico che risulta eccessiva se non molto simile a ciò che alle nostre latitudini verrebbe considerato st*lking mediatico, la campagna che Striscia ha messo in piedi contro il talent MasterChef (La7) e il suo “incauto” vincitore. Sembrerebbe infatti indubbio ormai che lo scoop di Striscia ci sia stato, la questione è stata detta, ribadita e sviscerata fino alla nausea, perché non smetterla ora? E perché non esiste un organo di vigilanza che dirima sulle minime regole deontologiche e di rispetto reciproco tra players mediatici? Il dubbio mi assilla perché non ho mai amato le strategie più o meno accorte da metodo Boffo.  Scriveva Blaise Pascal: “È superstizioso riporre le proprie speranze nelle formalità, ma arrogante rifiutare di sottomettervisi”: che parlasse anche ai guru televisivi più o meno trendy dell’età digitale? Non è da escludersi.


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