L'Angolo di Matesi: "L'AMORE NON DEVE AVERE LIMITI? ovvero ALCUNE PERSONALI OSSERVAZIONI MORALISTICHE"

Creato il 12 gennaio 2016 da Blog

L’amore non deve avere limiti?ovveroalcune personali osservazioni moralistiche
In questi giorni mi chiedevo: perché leggiamo rosa? Cosa cerchiamo in questi romanzi?Cerchiamo il grande amore. Tutte, sia quelle che nella loro vita l’hanno incontrato, almeno per un po’, sia quelle che non sono state così fortunate. Tanto più che, guardandoci intorno, troviamo tanti amori malati e quindi il rosa può essere anche una compensazione. Certo, leggendo la narrativa di genere al momento di moda, a volte rimango disturbata.Non mi piace la violenza in amore, neppure se è consensuale. Ammetto il gioco (cioè una finzione, una recita), ma se consiste nel far male (a volte molto male) al partner, non importa di che sesso, sia pure in modo consensuale, inseguendo il mito del piacere estremo, a me non sta bene. Mi pare incompatibile con il concetto di amore. Senza parlare degli “incidenti” che possono capitare, proprio perché la realtà non è mai perfetta. Non mi piacciono neanche tutte le forme di sesso che prescindono dall’intimità a due e scivolano nell’esibizionismo/voyeurismo. Come si fa ad avere un vero rapporto con più persone, quando a me pare così difficile realizzarlo anche soltanto in due?Si può usare il sesso per avere dei vantaggi o, peggio, direttamente del denaro? Per esempio Angelica, l’ultima protagonista di Flumeri e Giacometti, si rifiuta di andare a letto con un uomo che l’attrae per procurarsi un contratto di stunt. E, secondo me, fa bene. Certo la prostituzione non è un reato, basta che si sia consapevoli che di questo si tratta. Perché il sesso non è un lavoro come gli altri. E mai dovrebbe esserlo. Neanche se lui è giovane e bello. Cosa nella realtà difficile a verificarsi.Nei rosa l’elemento fondamentale, secondo me, è la maggiore età dei partner. Quando in Vertigo GD va a letto con Alex che ha 17 anni, devo dire che un po’ di imbarazzo l’ho provato, anche se nel contesto ci sono molte attenuanti e giustificazioni. E da ex professoressa ritengo che siano severamente vietati i rapporti intimi fra un insegnante ed un allievo. Anni fa nella sinossi di un romanzo su questo tema si affermava in proposito: la legge può imporre limiti all'amore? E si voleva intendere di no. Io rispondevo: ”Certo che la legge pone limiti all'amore! Non è mai lecito un rapporto amoroso fra insegnante e allievo. Qualunque età e sesso abbiano”. Bene, mi sono beccata 10 stroncature su 11 valutazioni. E ho trovato la cosa sconcertante. Davvero qualcuno di voi non troverebbe preoccupante e sbagliato che la propria figlia andasse a letto col suo insegnante? E lo stesso vale per i maschi. Eppure nelle recensioni di questo tipo di vicende nessun lettore si lamenta della cosa e neppure la rileva. Anzi i più si sdilinquiscono su quanto sono carini i protagonisti e quanto sono dolci, e sul concetto che l’amore giustifica tutto. Quando ho visto L’ultimo bacio, ho proprio sofferto per quella povera ragazzina innamorata di un uomo tanto più esperto e con tanti anni di più: la prima giovinezza dovrebbe essere rispettata da questi predatori. E non mi si dica che cose simili succedono: il rosa non dovrebbe ammetterle nel proprio mondo. E difatti quel film non era un rosa.Personalmente non amo neanche i romanzi sull’adulterio. Perfino quando lessi la prima volta Anna Karenina, non capivo proprio perché la protagonista si innamorasse di Wronskij, davvero un mediocre, a parte la bellezza. Molto meglio Karenin (quello del libro, certo, non quello dei film) da molti punti di vista. E ugualmente, a proposito di Una donna responsabile della Mirti, nessuna esitazione per me: molto meglio il marito Gianni che è un tesoro, malgrado qualche difetto (ma chi non ne ha?).Di recente discutevo con la Masella di questi argomenti e concordavamo che la letteratura rosa ha anche una funzione pedagogica: veicola i valori portanti di un’epoca e li sostiene. Non per niente i romanzi degli anni Duemila sono molto diversi da quelli di inizio Novecento. Il male deve entrarci solo per essere combattuto e vinto: è la differenza rispetto alla letteratura tout court. Forse questo principio basilare lo abbiamo perduto ormai. E io non penso che si tratti di un fatto positivo.
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