L'anima la si ha ogni tanto. Nessuna la ha di continuo e per sempre. Giorno dopo giorno, anno dopo anno possono passare senza di lei. A volte nidifica un po’ più a lungo solo in estasi e paure dell'infanzia.
A volte solo nello stupore dell'essere vecchi.
Di rado ci dà una mano in occupazioni faticose, come spostare mobili, portare valigie o percorrere le strade con scarpe strette.
Quando si compilano moduli e si trita la carne di regola ha il suo giorno libero.
Su mille nostre conversazioni partecipa a una, e anche questo non necessariamente, poiché preferisce il silenzio.
Quando il corpo comincia a dolerci e dolerci, smonta di turno alla chetichella.
È schifiltosa: non le piace vederci nella folla, il nostro lottare per un vantaggio qualunque e lo strepito degli affari la disgustano.
Gioia e tristezza non sono per lei due sentimenti diversi.
È presente accanto a noi solo quando essi sono uniti.
Possiamo contare su di lei quando non siamo sicuri di niente e curiosi di tutto.
Tra gli oggetti materiali le piacciono gli orologi a pendolo e gli specchi, che lavorano con zelo anche quando nessuno guarda.
Non dice da dove viene e quando sparirà di nuovo, ma aspetta chiaramente simili domande.
Si direbbe che così come lei a noi, anche noi siamo necessari a lei per qualcosa.
Wisława Szymborska
QUALCHE PAROLA SULL'ANIMA
Traduzione di Pietro Marchesani
da La gioia di scrivere, Adelphi, 2010