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L'anno vincente in tv di Carlo Conti: per Sanremo non c'è fretta (Corriere della Sera)

Creato il 28 dicembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
L'anno vincente in tv di Carlo Conti: per Sanremo non c'è fretta (Corriere della Sera)Buongiorno Carlo Conti. Con un sondaggio senza campione statistico, l’abbiamo eletta personaggio tv dell’anno. C’è questa pagina, ma nessuna coppa. Va bene lo stesso?«Pure meglio, le coppe prendono polvere, questa pagina rimarrà a futura memoria».
Sondaggio arbitrario ma non troppo. Con il suo «Tale e quale show» ha superato i 7 milioni di spettatori e il 30% di share. La digitalizzazione ha fatto crollare gli ascolti, ormai si festeggia con il 19%. Lei come fa?«Tanto lavoro e tanta professionalità. Il pubblico trova nel nostro programma tanti sapori diversi, così siamo riusciti a intercettare gli spettatori più giovani e quelli meno giovani».
Lei è uno stakanovista, è pure tutti giorni in onda con «L’eredità».«Infatti la gente mi ferma per strada, mi dà del tu e dice che sono uno di famiglia».
Peggio doversi confrontare con Gerry Scotti o Paolo Bonolis?«Sono due ossi duri. Con Gerry siamo in competizione nello stesso campo. Paolo ha saputo fare un programma completamente alternativo a “L'Eredità”, è quasi un varietà, un circo dove lui è un domatore perfetto: è riuscito a prendere anche quella fetta di pubblico che non ama i quiz».
Pochi giorni fa nel suo quiz i concorrenti hanno dato un notevole saggio di ignoranza. Per loro Hitler fu nominato cancelliere nel 1948, forse nel 1964; anzi no, nel 1979.«Capita spesso che i concorrenti sbaglino le collocazioni storiche. Ma una cosa così non mi era mai successa. Quattro di fila, perché la concorrente successiva ha collocato Mussolini negli anni 60. Sono rimasto senza parole, soprattutto da ragazzi che fanno l’università o sono laureati. Mancano le basi».
Trent’anni di carriera. Il suo programma più brutto?«I programmi sono come i figli».
Quello meno riuscito?«“Ritorno al presente”: far vivere dei personaggi in altre epoche credevamo fosse un’idea forte. L’operazione non è riuscita, ma sbagliando si impara comunque».
Quello riuscito meglio?«“Big!”, la tv dei ragazzi, è stato la palestra vera, mi ha consentito di fare il conduttore a 360 gradi. Sono stati forti “Domenica in”, “I raccomandati”, “In bocca al lupo!”, oltre agli ultimi due».
I suoi modelli?«Credo che la generazione di noi conduttori cinquantenni anche inconsciamente abbia nel proprio Dna qualcosa di quelli che l’hanno fatta veramente la televisione. Ho una foto accanto ad Arbore, Bongiorno e Baudo, che — me l’hanno detto in tanti — rappresentano le mie tre anime: il quiz come Mike, l’anima baudiana quando faccio il gran cerimoniere del varietà, e poi la mia vena arboriana quando faccio la spalla ai comici. Ci aggiungerei — sempre perché me lo dicono — quel modo diverso di prendere in giro di Corrado e quel garbo che aveva tantissimo Tortora. Mi basterebbe avere un centesimo di quello che hanno loro».
Mai corteggiato da Mediaset?«C’è stato qualcosa ai tempi di “In bocca al lupo!”, ma forse sanno che sono molto abitudinario e quando un matrimonio va bene non c’è bisogno di rovinarlo».
Il lusso che si è concesso?«Appena ho potuto una casetta al mare, a Castiglioncello, nel posto dove mia mamma mi portava quando faceva la tata, quindi la donna di servizio, a una famiglia con due bambini. Quella casa è stato un motivo di orgoglio e una soddisfazione, in un luogo per me ricco di significati».
La domanda che le fanno più spesso?«Erano due. La prima: quando ti sposi? Ora ne è rimasta solo una: quando fai Sanremo?».
Marzullescamente risponda.«Ogni cosa a suo tempo, per me fare “Tale e quale” è come fare Sanremo. Ci sono andato vicinissimo e ho detto di no già due volte, due e tre anni fa, perché non avevo sentito che tutta l’azienda era d’accordo sul mio nome. Lo farò quando tutti remano dalla stessa parte e sono d’accordo che il timoniere sia io. Sanremo non mi cambia né la vita né la carriera».
Intanto, a 52 anni, non solo le nozze con la costumista Francesca Vaccaro, ma pure un bambino in arrivo a febbraio. Preoccupazioni e paure?«Zero paure, solo tanta gioia ed energia, sono pronto a non dormire e cambiare pannolini. Del resto direi che ci ho riflettuto bene, se aspettavo ancora un po’ diventavo direttamente nonno».
Il clan toscano. Pieraccioni, Panariello e lei, amici da una vita. È vero che Pieraccioni non tira mai fuori una lira, ha i coccodrilli in tasca?«Ora meno, prima un po’ di più, dev’essere morto il coccodrillo. Adesso capita anche che offra una cena. Mi hanno sempre detto che il più generoso sono io».
Chi è quello con la dichiarazione dei redditi più alta?«Il cinema quando va bene, va davvero bene. Ma anche quando il teatro e la televisione vanno bene, non si scherza».
Panariello è uno che spende.«Specialmente su abbigliamento e, ancor di più, sulle scarpe: credo potrebbe mettere su un negozio».
Avete progetti?«Siamo tre fratelli, abbiamo avuto la fortuna di aver fatto la gavetta insieme, nelle feste, nelle piazze, nelle sagre... La voglia di fare qualcosa c’è. Vedremo».
Renato Francoper "Corriere della Sera"

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