L'antica Milano

Creato il 14 novembre 2010 da Pierluigimontalbano
La fondazione della città di Milano viene normalmente fatta risalire attorno al VI a.C.per opera della tribù celtica degli Insubri. Secondo la tradizione tramandata ad opera di Tito Livio(50a.C.-17 a.C.), Milano fu fondata da popolazioni celtiche provenienti da Oltralpe e guidate dalla mitica figura di Belloveso, tra la fine del VII e gli inizi del VI a.C.Queste tribù sconfissero gli Etruschi sul Ticino e si insediarono in un territorio già abitato dagli Insubri, che avevano dato il nome alla regione:"A Segoveso fu quindi destinata dalla sorte la Selva Ercinia; a Belloveso invece gli Dei indicavano una via ben più allettante: quella verso l'Italia. Quest'ultimo portò con sé il sovrappiù di quei popoli, Biturgi, Arverni, Senoni, Edui, Ambarri, Carnuti, Aulirci. Partito con grandi forze di fanteria e di cavalleria,giunse nel territorio dei Tricastini. Di là si ergeva l'ostacolo delle Alpi; e, sconfitti in battaglia gli Etruschi non lungi dal Ticino, avendo sentito dire che quello in cui si erano fermati si chiamava territorio degli Insubri, lo stesso nome che aveva un cantone degli Edui, accogliendo l'augurio del luogo, vi fondarono una città che chiamarono Mediolanum (Livio,Historie)". I racconti leggendari parlano inoltre di una scrofa "semilanuta" vista sotto un biancospino, che avrebbe indicato a Belloveso il luogo dove fermarsi e fondare un santuario. Il biancospino era sacro alla dea Belisama, più tardi identificata con Minerva.Gli Insubri appartenevano alla cultura celtica di Golasecca,che si sviluppò nella regione a partire dal IX a.C. A questo strato si sovrapposero successive ondate migratorie di popolazioni celtiche,appartenenti alla cultura di La Tene, che intorno al IV a.C. si spinsero a sud di Roma con il celebre episodio di Brenno (390 a.C.). Questa sovrapposizione, probabilmente eminentemente pacifica, non sembra tuttavia aver intaccato la continuità degli insediamenti della regione.
-Plinio il Vecchio(23-79) nella sua "Naturalis Historia" attribuisce direttamente agli Insubri la fondazione di Milano e Strabone(63 a.C.-19 a.C.) conferma che il legame della città, un tempo solo villaggio, con gli Insubri perdura ancora ai suoi tempi.Anche Polibio(202 a.C.-118 a.C.)testimonia della presenza degli Insubri nella regione e la loro importanza:"Gli Insubri, invece, ci sono ancora oggi. Essi avevano come metropoli Mediolanum, che anticamente era un villaggio(tutti infatti abitavano sparsi in villaggi); ora è invece una città importante, al di là del Po,quasi ai piedi delle Alpi" (Stabone,Geografia). "...(le terre) che sono situate nei dintorni delle foci del Po furono abitate dai Laevi e dai Lebeci, e dopo di loro dagli Insubri, il più grande di questi popoli; e a valle lungo il fiume, vivevano i Cenomani"(Polibio, Storie).
I dati archeologici, per quanto scarsi e frammentari, sembrano indicare la presenza di un considerevole insediamento pre urbano della cultura di Golasecca(V a.C.). Il racconto liviano potrebbe invece riferirsi più specificamente alla fondazione rituale di un luogo sacro(o Medhelan)nel posto indicato dai segni della scrofa "semilanuta" bianca e del biancospino, sacro alla dea Belisama, più tardi identificata con Minerva, a cui ben si accorda il carattere spiccatamente religioso della figura di Belloveso. Intorno a questo primitivo santuario si sarebbe sviluppato il villaggio di cui parla Strabone. L'oppidum celtico conoscerà quindi un grande sviluppo dopo l'alleanza degli Insubri con i Romani, nel II-I a.C,fino all'estensione fissata dalla cinta muraria di epoca cesariana. L'impianto urbanistico della città romana sembra aver sostanzialmente rispettato l'organizzazione spaziale dell'oppidum celtico, definito dalle vie di comunicazioni protostoriche. Il tempio romano dedicato a Minerva, i cui resti sono stati rinvenuti sotto l'attuale Duomo, potrebbe essere sorto su un santuario celtico dedicato a Belisama, nel quale avrebbero potuto essere conservate le insegne sacre,stendardi intessuti di lana e d'oro chiamati "immobili", che venivano tolti dal tempio solo in caso di estremo pericolo e che i guerrieri dovevano difendere a prezzo della vita, non indietreggiando oltre il punto in cui venivano piantati nel terreno. La leggenda di fondazione basata sui racconti di Livio doveva essere ancora ben conosciuta in epoca medievale: intorno all'anno 1000,quando venne rinvenuto un bassorilievo raffigurante un cinghiale,questo venne interpretato nelle cronache dell'epoca come raffigurazione della "scrofa semilanuta" della leggenda.
Fonte: Archivio Soprintendenza archeologica Milano

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