Sappiamo com’è finita. Nel secondo tempo la Francia incassava 2 gol dal Messico uscendo o quasi dalla Coppa. Perché questo parallelo fra l’appello di De Gaulle e quello di Anelka? Semplicissimo, perché entrambi esprimono una certa idea della Francia. Quello di De Gaulle invita a sostenere la patria, quello di Anelka la manda a farsi fottere. Calcistica, d’accordo, ma pur sempre patria. E questo c’insegna come si vincono o si perdono le battaglieRivolto quando la Francia perdeva metaforicamente 4 a 0, l’appello di De Gaulle portava la Francia alla vittoria.“Non abbiamo ancora espresso tutto il nostro potenziale”, dicevail generale. “Abbiamo dei grandi alleati, possiamo gettare in campo forze immense”. Eattorno a questo appello si sono aggregati tutti coloro che rifiutavano la sconfitta, che credevano contro ogni logica che fosse ancora possibile vincere. Solidarietà, ecco il segreto della vittoria. Solidarietà e spirito di squadra.
Ma quale solidarietà esprime l’appello diAnelka? Quale spirito di squadra? No, cari,così non si vincono le guerre e nemmeno le partite. Dov’è l’amore per la patria? Vuoi vedere che questi francesi di adozione idolatrati, imbottiti di soldi e in qualche caso naturalizzati ad hoc l’amano meno dei francesi DOC, comesostengono i nemici della Francia multietnica? Che, come si comincia a mormorare, sono lacerati dalle divisioni etniche, "africani" contro "antillesi", "neri" contro "arabi" e tutti contro il "pédé" Gourcuff, reo di essere bianco? Forse è per questo che Evra, il capitano della squadra, invece di condannare Anelka per il suo appello se l’è presa con il “traditore” che ha spifferato tutto alla stampa? Una cosa è certa, questa Francia è senz’anima. Al posto di Domenech ci sarebbe voluto De Gaulle.
Dragor