Ogni libro è una successione di immagini e parole. Spesso alcune di queste colpiscono più di altre, lasciandoci del libro quei ricordi che poi restano anche a distanza di anni. Questi piccoli frammenti di storie possono ricreare atmosfere ed emozioni.
Quando mi fermo, sono all’ingresso della tenda di Kartik. Lui dorme, le coperte gettate di lato, il petto nudo come una statua romana. Una linea di peli scuri gli solca il ventre piatto e scompare sotto la cintura dei calzoni, in un mondo che non conosco.Il suo viso. Guance, naso, labbra, occhi. Sotto le palpebre, un movimento continuo descrive i suoi sogni. Le ciglia folte posano sugli zigomi alti. Il naso è forte e dritto, e scende ad angolo retto sopra la bocca, appena socchiusa nel respiro tranquillo.Voglio assaporare di nuovo la sua bocca. Il desiderio mi fa abbassare in un soffio, i piedi ben piantati, il respiro lieve, la testa leggera. C’è solo il desiderio. Appoggio le mie labbra sulle sue e mi sembra di sciogliermi. Quegli occhi neri si aprono di scatto, mi vedono. La statua prende vita. Tutti i muscoli delle sue braccia si flettono, mentre lui si solleva, mi spinge all’indietro, mi sale sopra. Il peso del suo corpo mi toglie il respiro in un soffio forte come un ruggito e lieve come un sospiro. E di nuovo la sua bocca è sulla mia, calore, pressione, promessa dell’ignoto, una promessa che sono pronta ad accettare. La punta delle sue dita è un sussurro sulla mia pelle. Un pollice si avvicina al seno, traccia piccoli cerchi intorno ad esso. Muovo la bocca sulla pelle salata del collo. Sento un suo ginocchio che mi apre le cosce. Qualcosa dentro di me scivola via. È come se per un attimo avessi smesso di respirare. Sono svuotata. In cerca di qualcosa.
Amaranth