L’Aquila. Ore di tensione davanti alla sede di Bankitalia. Il direttore di Confcommercio abruzzese, Celso Cioni, si è barricato per diverse ore nella sede locale di Bankitalia. Cioni aveva annunciato l’inizio di uno sciopero della fame e aveva minacciato che, se fossero state forzate le porte del bagno dove si era barricato, sarebbe stato pronto a darsi fuoco, avendo con sé benzina e accendino.
Una forma di protesta estrema, che serve a “lanciare un grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città”. Cioni ha chiesto anche un colloquio telefonico con il prefetto de l’Aquila, per cercare di riuscire “ad ottenere almeno qualche iniziativa concreta”. Dopo il colloquio telefonico con il prefetto ha annunciato la fine della protesta.
Cioni è stato intervistato da Skytg24 e ha spiegato come la protesta sia per “difendere i commercianti e i piccoli imprenditori costretti dal terremoto a lasciare i propri negozi e le proprie attività senza ottenere alcun sostegno e facendo debiti. Ci sono stati casi di suicidi. Molti ricorrono a medici e psicologi o a psicofarmaci per sostenere questo stato di cose di cui non hanno colpe. Il governo deve rivedere le condizioni del sistema bancario almeno nei paesi del cratere e della città, che è martoriata e abbandonata, oltre che ancora militarizzata. Qui non possono essere applicate le stesse regole di luoghi dove non è successo nulla. Piccoli imprenditori si sono visti respingere richieste di finanziamento di 10mila euro. L’Aquila in queste condizioni non può ripartire, la ricostruzione non decollerà mai. Pretendiamo di poter esercitare il diritto al lavoro come prevede la Costituzione e il diritto alla libera impresa”.