"L'Aquila e la Piovra" di Gianni Palagonia

Creato il 22 luglio 2015 da Eliza @BiblioEliza
Buon mercoledì amici lettori!Giuro che io un'altra settimana così non la reggo. Non ne posso veramente più! Fa troppo caldo! E, lo avrete notato, ciò influisce anche sulle mie letture. Francamente non ho la testa, magari leggo due pagine e poi perdo del tutto la concentrazione. Infatti luglio si prevede essere mese magro magro...L'altro giorno sono comunque riuscita a terminare L'Aquila e la Piovra di Gianni Palagonia che mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice Edizioni Cento Autori (che ovviamente ringrazio di cuore!).

Titolo: L'Aquila e la Piovra
Autore: Gianni Palagonia
Editore: Edizioni CentoAutori
Collana: L'arcobaleno
Pagine: 379
Ebook: € 
Cartaceo: € 16,50
Data di pubblicazione:  27 maggio 2015
Link Amazon: L'aquila e la piovra. Un poliziotto italiano in missione in Albania  

TRAMA
Nell'Albania di oggi vige il Kanun, il codice di leggi che regola anche le faide della criminalità organizzata. Con queste leggi si deve confrontare il protagonista del romanzo, un poliziotto italiano che si ritrova in missione nel Paese delle Aquile. Il libro è una storia vera in forma di romanzo, basato su una lunga trasferta lavorativa di Patagonia in Albania, in cui affronta la pericolosa alleanza tra le mafie italiane e quella albanese, tra droga e controllo di impianti di energia rinnovabile.


Vi dirò, quando ho letto sulla fascetta una frase di Carlo Lucarelli (che mi piace tanto) mi sono convinta subito ad accettare questo libro. In realtà mi aspettavo qualcosa di diverso, ma attenzione, non più bello, solo diverso.
Il libro di Gianni Palagonia è un libro di vita vera, romanzato certo, ma si sente in ogni sua pagina e in ogni sua riga l'esperienza fatta sul campo di un vero poliziotto costretto, per il bene suo e della famiglia, a scrivere sotto pseudonimo.
Questo poliziotto italiano si ritrova a trasferirsi per un anno nella vicina Albania per un incarico all'Ufficio di Collegamento Italiano Interforze di Polizia di Tirana, un anno che all'inizio pare lungo una vita e che alla fine si rivelerà troppo breve.
Tutto il romanzo si gioca sul filo dei rispettivi pregiudizi, immancabilmente sfatati. L'Albania è un paese che spaventa, la si immagina piena di delinquenza, arretrata, pericolosa e così i suoi abitanti. In realtà quella che Palagonia ci mostra è un paese completamente diverso da quello che ci immaginiamo. Un paese con i suoi problemi e i suoi errori ma che ha un che di genuino che noi abbiamo perso anni fa. La visione che noi italiani abbiamo dell'Albania era ed è spesso superficiale ed errata, generalizziamo e quindi perdiamo di vista la parte buona dei suoi abitanti. D'altra parte nel romanzo ci viene mostrata anche la parte più brutta di questo paese, la corruzione dilagante, la criminalità organizzata, ma soprattutto la visione della donna, il persistere del Kanun (molto simile al codice d'onore), le faide familiari, la povertà. Ecco forse questo non mi aspettavo. Immaginavo di trovarmi davanti ad un poliziesco ma non di questo tipo. E' un romanzo che ti presenta la realtà, che ti apre gli occhi su quello che è appena oltre una striscia di mare e lo fa mostrandoti tutto, il bene e il male.
Accanto a questo aspetto così importante poi troviamo la vita personale del protagonista, una vita non facile, un divorzio alle spalle, la depressione che ne è seguita. Il trasferimento in Albania rappresenta un vero inizio, è il momento giusto per prendersi cura di se, per vedere la sua vita dalla giusta prospettiva e per riprenderla in mano.
Il romanzo scorre velocemente, grazie anche allo stile semplice e fluido dell'autore. Ho trovato alcuni punti troppo impostati, quasi da testo di storia, che stonano un po' con il tono generale del romanzo.
In conclusione, è un bel romanzo, ma anche un libro di vita vera, che mostra la realtà che ci circonda sotto tutti i punti di vista.
Voto
Alla prossimaEliza

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