L’aquilone.

Da Fishcanfly @marcodecave

-   Sembra una vita fa.

-   E’ una vita fa Jackie, avevamo appena dieci anni – replicò Adams dando spago all’aquilone.

Si era alzato un bel vento. I capelli si arruffarono. L’aquilone era di un rosso fuoco che sembrava una fenice in movimento sulle nostre teste con la coda fatta di triangoli.

-   Nonostante gli anni, Jackie, questo aggeggio sfida ancora il vento esattamente come quando eravamo piccoli – fece Adams – Ti ricordi quanto ci mettemmo per costruirlo?

-   Certo che mi ricordo, – disse Jackie – un’intera estate. Non era mai come lo volevamo!

-   Ma poi facemmo invidia a tutti i nostri compagni, era il solo che non cadeva mai.

-   Già, e tutti che volevano provarlo, ricordi? – fece Jackie – e noi che scappavamo con l’aquilone sottobraccio perché ne eravamo gelosi.

-   Darei in cambio un rene per tornare a quei momenti. Avevamo dieci anni ed eravamo felici. Stupidi, ma felici.

-   Non eravamo stupidi, Adams, eravamo solo inconsapevoli.

-   Stupidi, inconsapevoli. Che differenza fa? Non avevamo preoccupazioni, almeno.

-   Sei preoccupato? – disse Jackie.

-   Non più del solito. E’ la fine del mese: le rate della macchina, l’abbonamento in palestra di mia moglie, ora ci si è messa anche mia suocera che non può permettersi di andare alle terme e devo pagargli io il viaggio. Queste stronzate ti rovinano le giornate, credimi.

Adams diede ancora un po’ di spago e indietreggiò. Jackie lanciò un’occhiata in alto e quel rombo rosso ora copriva il sole.

-   Vuoi tenerlo un po’ tu? – disse Adams.

-   No, no. Ti ringrazio.

-   Ma come sarebbe a dire? Mica vorresti risparmiarti questa sensazione.

-   Quale sensazione? Quella di sentirci dei mocciosi in corpi di adulti?

-   Non fare lo sciocco. Tieni.

Adams mise lo spago nelle mani di Jackie. Jackie guardò l’aquilone, poi voltò la testa e fissò il sole. Rimase con gli occhi aperti per un paio di secondi, finché non fu costretto a richiuderli. Aprì i palmi delle mani e lasciò lo spago. L’aquilone volò giù dalla scogliera.

-   Jackie! Attento! – urlò Adams, che seguì, con le mani tra i capelli, la fuga dell’aquilone. – Perché l’hai fatto? Ma sei impazzito?

-   Era libero a metà – insinuò Jackie.

-   Cosa?

-   Sì. Era libero a metà, proprio come te, Adams, e come la maggior parte delle persone. Tentati dall’atmosfera, dal cielo, dalle nuvole ma tenuto buono da un filo quasi invisibile.

-   Ti sei bevuto il cervello? Cosa significano queste stronzate? Sentiamo!

-   Tu ti senti libero? – disse Jackie all’amico.

-   Certo che mi sento libero, che non mi vedi? Tutti quei libri che hai letto ti hanno fuso il cervello.

-   La vedo eccome la tua libertà, Adams. Una libertà decisa a tavolino. Studiata. Non voluta – disse Jackie guardandolo negli occhi.

-   E la tua? La tua sarebbe libertà? Non hai concluso niente in tutta la tua vita. Sei sempre stato un superficiale, un menefreghista. Uno sul quale non si può fare affidamento. Guardati. Tutti si sono sposati tranne te. Mi fai ridere.

-   Hai un pezzo di carta? – domandò Jackie.

-   Ho questo – Adams gli diede un foglio del giornale che aveva comprato all’edicola.

Jackie si sedette a terra a gambe incrociate. Cominciò a piegare il giornale. Fece un aeroplano.

-   Vedi questo, Adams? E’ un aeroplano di carta. Un pezzo di carta consapevole del suo destino ma che tra poco tenterà comunque di volare. Tu sei quel bambino attaccato ancora al suo aquilone, hai ricordi di una vita scomparsa da un pezzo. Attaccato alle sue certezze, ai suoi pilastri fermi. Io ho scelto di essere altro. Lo so che non volerò. Non a lungo. Ma preferisco precipitare nel vuoto e avere tutta la vita in un istante, piuttosto che restare a guinzaglio come te. Si è liberi non quando lo si diventa, ma quando lo si rimane, Adams. Quante volte hai messo le corna a tua moglie? Quante volte hai provato ad essere quello che non sei?

-   Tu non sai niente di me! – urlò Adams puntandogli il dito contro.

-   So quello che serve, amico mio, cioè che la tua vita è come quel veliero chiuso dentro la bottiglia che hai sul camino, ed è giusto che io te lo dica.

-   Lascia allora che io ti dica questo.

Adams strinse il pugno e lo colpì in pieno volto. Poi prese le sue cose e se ne andò.

Jackie con una mano al volto, lo guardò andare via. Si voltò verso il punto in cui era caduto l’aquilone, spiegò bene le ali dell’aeroplano di carta e lo lanciò.

L’aeroplano di carta fece finta di volare, poi cadde poco distante da quell’aquilone.



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