L’arbitro, con Stefano Accorsi – Recensione

Creato il 19 settembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

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L’arbitro del titolo è Cruciani (Stefano Accorsi), fiero e marziale, si muove sui campi in eleganti pose plastiche. Per farsi assegnare l’arbitraggio di una finale europea accetta di favorire una squadra influente, derogando il suo ferreo rispetto per le regole, ma viene scoperto e spedito ad arbitrare la lega dilettantistica del nord della Sardegna. L’Atletico Pabarile e il Montecrastu giocano su campi sterrati, tra allenatori ciechi, tifoserie ultras fatte di pastori che tifano agitando il cappio agli avversari e vecchiette a lutto perenne che bastonano i guardalinee. Le loro tifoserie sono accanite a tal punto da far diventare questa rivalità sportiva una piccola guerra locale. Quando il bomber Matzutzi (Jacopo Cullin), detto “il demone”, torna dall’Argentina, per il Pabarile si apre la speranza di vincere il campionato locale. L’opera prima di Paolo Zucca nasce da un cortometraggio realizzato nel 2009, prima di ripresentarlo come lungometraggio al Festival di Venezia. La cosa che sorprende di più è la grande raffinatezza della regia, inaspettata e inusuale per una commedia, fatta di inquadrature ricercate ed efficaci (il confessionale di Cruciani), silhouette ed un elegante bianco/nero. Sullo sfondo di un entroterra sardo aspro e duro si alternano personaggi e situazioni che devono molto a Fellini o Ciprì e Maresco, ma tutto rimane godibile ed accessibile ad ogni tipo di spettatore. Lo stesso tema calcistico è parte della commedia ma non la monopolizza, permettendo anche a chi non ama il calcio di apprezzarla. Il grottesco e l’elegante si alternano per 90 minuti (ironico parallelo tra la durata del film e quella di una partita di calcio), grazie a un umorismo lieve e spontaneo, che vive all’interno di molte situazioni comiche per la loro surreale esagerazione. L’immediatezza delle gag legate ai personaggi del paesino sardo fanno da controaltare al personaggio di Accorsi, divertente grazie all’eccessivo rigore con cui vive la professione arbitrale (tra riti pre-partita in stile religioso e atteggiamento militare sul campo). Nel cast anche Geppi Cucciari e Francesco Pannofino (il regista Reneè in “Boris”, fiore all’ochiello della sit-com italiana). Una pellicola con due anime: da un lato una grande cura ai dettagli e una ricercatezza stilistica, dall’altro un leggerezza e semplicità che rende gradevole e divertente l’insieme. Con “L’Arbitro“, Paolo Zucca esordisce in modo convincente, ponendosi tra i registi che fanno ben sperare per il futuro, unendo una comicità surreale e moderna con il macchiettismo tipico della tradizione nostrana.


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