L’ARCA DELL’ALLEANZA di Carlo Santi, la recensione di Giuseppe Iannozzi

Creato il 15 gennaio 2015 da Cataruz

Beppe Iannozzi è un critico severo e "diabolico". La sua bella recensione de L'ARCA DELL'ALLEANZA fa capire che il libro ha superato una prova difficile.

Fonte: Blog di Beppe Iannozzi

Carlo Santi ha, fuor di dubbio, la rara e preziosa qualità di saper scrivere senza mai annoiare il lettore. Nei suoi romanzi la suspense è sempre alta. Non c’è tempo per distrarsi, perché l’autore inghiotte letteralmente il lettore nella “sua” storia, e lo fa in maniera così convincente che è impossibile, una volta iniziata la lettura di un suo romanzo, prendersi un attimo di pausa. Questo accade perché Carlo Santi fa abile commistione di veridicità storica e fantasia, senza mai scadere nella banalità, senza mai scegliere la strada della semplicità seriale.

L’Arca dell’Alleanza è uno di quei rari romanzi che spogliano la Letteratura dei suoi cliché per compiere una sorta di miracolo, dar vita a un thriller storico che nulla ha da invidiare ai più commerciali e banali thriller sfornati, a ritmo serrato, da altri autori, magari più conosciuti ma non per questo più bravi. L’autore scrive per far divertire il suo pubblico. Grazie a uno stile pulito e a una sapienza narrativa lineare, Carlo Santi riesce là dove sono in tanti a fallire: creare dal nulla e dal caos una storia, che è, allo stesso tempo, romanzo d’avventura e saggio storico. Gli elementi avventurosi si sposano con elegante perfezione a quelli fantastici, per cui, alla fine, risulta quasi impossibile distinguere la realtà dalla finzione.

E’ il caso di sottolineare, senza tema d’esser io in qualche modo smentito, che Carlo Santi è uno scrittore da combattimento, amabile quanto Tullio Avoledo, coinvolgente e irriducibile più e meglio di Ken Follett e Dan Brown.

Giuseppe (Beppe) Iannozzi

Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe, detto Beppe o anche King Lear, è un giornalista, scrittore e critico letterario.

E’ famoso per non fare sconti a nessuno.

Il suo motto è: “la critica ha bisogno di severità e non di mafiosa elasticità.”


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