Finalmente prende vita il terzo capitolo della saga che vede protagonista il Risolutore.
In molti mi hanno sempre chiesto se è più difficile scrivere un testo giuridico o un romanzo. Il testo giuridico tratta materie che ben si conoscono, non c’è invenzione né, tanto meno, fantasia. Si scrive quel che si è appreso nello studio o nella pratica, più si è esperti e più aumenta la qualità dell’opera. Tutto qui. Il romanzo è estremamente più difficile perché va creata la storia, si deve costruire un mondo, descrivere ambienti, dare vita e caratteristiche uniche ai personaggi, infine, deve essere scritta una storia che lascia al lettore qualche segno distintivo. Non è per niente facile, a volte funziona, altre volte meno.
IL FUOCO DENTRO, il mio primo romanzo poliziesco, l’ho recentemente riletto e non mi piace. Volevo correggerlo e revisionarlo per farne una nuova pubblicazione, ma servirebbe riscriverlo da zero e non sono ispirato a farlo. Ammetto, non ne vado orgoglioso e meno ne parlo meglio è (da notare che non è nemmeno inserito nel banner), per cui resterà nella storia come il libro che ha venduto più di tutti gli altri miei romanzi messi assieme, pur rimanendo il libro d’esordio che non mi soddisfa affatto. A volte la vita è proprio strana e fa anche questi scherzi, ma guardiamo avanti.
Scrivere è un arte che si impara e si migliora leggendo molto e scrivendo tanto.
La differenza fra i due è lampante. Il primo è un Thriller Storico che è sì adrenalinico, ma ha contenuti importanti che vengono trattati con rispetto, oltre a una buona precisione storica. Il secondo è decisamente un Thriller, ancor più adrenalinico del primo, ma un po’ meno storico. Non poteva essere altrimenti essendo che la storia è stata ispirata da una profezia di Nostradamus. Pur essendo un filosofo antico ben noto, le sue profezie non possono essere considerate “fatti storici ineccepibili e documentati”.
Però tratta la figura dell’Anticristo e del Diavolo, ed è per colpa di queste due figure che alcuni recensori, sbagliando nel modo più categorico e dimostrando che per recensire servirebbe capire di cosa si sta parlando, l’hanno etichettato come “Urban Fantasy”. Ma si può classificare Urban Fantasy un libro che tratta del Diavolo? Posso capire un vampiro, un licantropo o un demone, ma il Diavolo è una figura divina, ben identificato nelle sacre scritture come uno degli angeli più belli, poi scacciato da Dio inviandolo negli inferi. Che la cosa stuzzichi la fantasia di alcuni può anche “passare”, ma non è una figura fantastica, a meno che non si consideri Dio o Allah al pari di un vampiro o, peggio, di un elfo.
L’ARCA DELL’ALLEANZA è il libro della maturità. Ne sono orgoglioso, soddisfatto ed è la mia migliore opera. Sì, la chiamo opera, perchè di questo si tratta, non è un romanzo e basta. I fatti storici sono trattati con serietà e mi sono documentato a lungo, non a caso ho iniziato a scriverlo quattro anni fa e lo pubblico solo adesso. E’ quasi un saggio perché con l’Arca dell’Alleanza non mi andava di scherzare. Scrivere una storia attorno a un manufatto così imponente mi ha, fin da subito, condizionato a farlo con rispetto e reverenza. C’è l’adrenalina, l’azione e pure qualche morto ammazzato, ma l’opera non è solo questo, è molto ma molto di più. Le mie editor, Pia e Sonia, hanno verificato molte delle cose che ho scritto, addirittura Pia si è rivolta a un fisico nucleare suo amico per ricevere più di qualche chiarimento, è ha ottenuto conferme su conferme. E’ un romanzo principalmente storico, quasi un saggio ed è anche un po’ thriller. In alcuni passaggi è di difficile lettura, ne sono conscio e la cosa è stata fortemente voluta.
Ripeto, non mi interessa la gloria e nemmeno il successo. Io, con quest’opera, sono completamente appagato solo per il fatto di essere riuscito a scriverla. Così com’è è perfetta, non avrei potuto scriverla meglio. Ho anch’io dei limiti, ma qui ne ho superati più di alcuni.
Se questo per qualcuno risulterà poco… beh, sappia che io mi accontento.