L’arcivescovo Cuccarollo. Il primate del Salento che fu nemico della cartapesta

Creato il 22 luglio 2013 da Cultura Salentina

22 luglio 2013 di Francesco Danieli

Mons. Cuccarollo in una foto d’epoca

L’arcivescovo Cornelio Sebastiano Cuccarollo resse l’arcidiocesi di Otranto tra il 1930 e il 1952, nel difficile arco temporale che abbraccia gran parte dell’era fascista e il primo dopoguerra. Il suo lungo episcopato è uno dei più contraddittori nella plurimillenaria storia dell’arcidiocesi idruntina. Uomo di santa vita, fra Cornelio da Mussolente era un cappuccino di origine veneta, traslato a Otranto dalla diocesi dauna di Bovino. Una caratteriale impulsività lo condusse in più occasioni a scelte pastorali discutibili e a contrasti interni ed esterni alla sua sede.

Una delle questioni più scottanti è quella riguardante la lotta del Cuccarollo all’impiego religioso di manufatti artistici in cartapesta leccese. Il suo manifesto programmatico è contenuto nella disdicevole lettera inviata nel 1933 a mons. Spirito Chiappetta, presidente della Pontificia Commissione centrale per l’Arte Sacra. È alle porte la 1ª settimana d’Arte Sacra per il clero, organizzata a Roma per l’ottobre dello stesso anno.

Una statua in cartapesta leccese in corso di lavorazione

L’arcivescovo di Otranto, primate del Salento, esprime il suo disgusto nei confronti della statuaria sacra in cartapesta; non gli aggrada che le immagini a soggetto religioso siano realizzate in un materiale che, a suo dire, non è affatto nobile. Ne segue una spiacevole indagine che provocherà danni evidenti ai tradizionali laboratori artistici salentini. Molte botteghe chiudono i battenti e sempre meno apprendisti si accostano ai vecchi maestri. Così un alto numero di statue vengono date alle fiamme in tutta l’area salentina o, nella migliore delle ipotesi, sono vendute a estimatori privati.

Se la cartapesta leccese non sarà bandita dai luoghi di culto bisognerà essere grati soprattutto al prof. Corrado Mezzana, membro della commissione romana, qualificato estimatore e difensore di un’arte così pregevole.

Stanco e avvilito dall’insorgere di ulteriori seri contrasti, mons. Cuccarollo fu rimosso nel 1952 e nominato vescovo titolare di Proconneso di Marmara. Morì nel 1963.


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