L’aria era piena di grida

Da Nuvolesparsetraledita

Non sa cosa è davvero accaduto, non lo saprà mai.

Era seduto al tavolino di un bar con in mano un bicchiere, era pensoso ma deciso a divertirsi, quella sera – venerdì di metà novembre, Natale ancora lontano, estate finita da tempo, un lieve presagio d’inverno – mentre alzava il bicchiere ed era pronto a brindare a qualcosa: alla vita, certo, ai giorni che passano, ad un amore imperfetto ma vero, alla realtà.

Non saprà mai perchè, perchè proprio lui – come la signora un po’ attempata ma ancora bella nel vestito elegante indossato per la prima volta quel fine settimana, come quell’altro poco lontano, come la ragazza dai capelli lunghi e l’aria dolce, come l’uomo dalla fronte alta per la calvizie incipiente – proprio loro e non gli altri, quelli del tavolino accanto, un gruppo chiassoso e francamente un poco indisponente. Loro no – gli altri – loro adesso sono sdraiati a terra con le mani sulla testa a proteggersi ma stanno bene; gemono piano, ma stanno bene.

Non sa davvero perchè e cosa, non lo saprà mai: il bicchiere è spezzato, a terra; il corpo è scomposto e la sedia è caduta. La tovaglia si è imbrattata di polvere e sangue, i suoi pantaloni si sono anche un poco strappati. Gli occhi aperti verso il cielo non sanno, non sapranno mai.

L’aria, intanto, è piena di grida.

 Quadri di Marc Chagall
L’aria è piena di grida

Pensi davvero che basti non avere colpe per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L’aria è piena di grida. Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri, brandelli di parole.
Ferri di cavalli morti circondano immagini di battaglie
Le trattengono prima che vadano in un futuro senza cornici.

Cosa ci rende tanto crudeli gli uni con gli altri?
Cosa rende alcuni più crudeli di altri?
Le crudeltà subite e poi inghiottite fino a formare una guaina
con aculei sul corpo ferito?
O semplicemente siamo predestinati al male,
e la vita è solo fatta di tregue dove sostiamo
per non odiare e non colpire?

Antonella Anedda


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