L’arroganza del recruiter – consigli per la ricerca di un impiego

Creato il 24 settembre 2014 da Propostalavoro @propostalavoro

Non va bene se chiedi quale sarà il tuo stipendio. Non va bene se domandi delle ferie. Attenzione alla stretta di mano. Attenzione al profilo LinkedIn. Serve il CV in formato europeo. Serve il CV, ma tutto fuorché il formato europeo, per carità!

Chi cerca lavoro ha sentito questi consigli fino allo sfinimento. Non è strano: il colloquio di lavoro può cambiare la vita, l'apprensione è alta, i dettagli fanno la differenza. E non è tutto qui. Con la disoccupazione alle stelle si diffonde la convinzione che nessuno sia insostituibile, che un altro candidato è pronto a prendersi il posto che per un'inezia è ormai perso…un confuso valzer di buone maniere, ostentazione di competenze e tentativi di piacere.

Chiunque deve passarci, se siamo mosche, il colloquio è la ragnatela, il ragno è il recruiter. Non sappiamo chi avremo davanti: potrebbe essere un vecchio lupo di mare che ci inquadra al volo o uno stagista che ne sa meno di noi. Un'affabile signora che vuole metterci a nostro agio o uno-che-non-ha-tempo-da-perdere. Ma dato che neanche il recruiter sa chi si troverà davanti (uno dei quattro personaggi di cui sopra, forse?) e che probabilmente è precario quanto il lavoro che propone (e chi non lo è?) allora si gioca il tutto per tutto con l'arma dell'arroganza, scende in pista pronto a non farsi ingannare dai curriculum gonfiati, dalla speranza di chi finalmente ha avuto un colloquio, dall'esasperazione di chi sta invecchiando e senza quel lavoro non avrà più niente. Può trattare i candidati a piacimento. Un nome? Domenico Rosa (non vi darò il link del suo blog, ma lo troverete facilmente), uno che non va per il sottile con chi gli chiede consigli e suggerisce di bruciare i CV. Uno di successo, no?

Però è vero: è inutile fingere di essere sicuri di sè. È difficile esserlo sotto la pressione di un lavoro che potrebbe arrivare o non arrivare, ed è vero che – purtroppo – le prime impressioni arrivano dai dettagli e sono difficili da mandare via. Come fare allora? Non darò altri consigli. Dico solo che non si può avere coraggio senza aver avuto paura. Tenetevi la paura e tirate fuori il coraggio.

Concludo con una ricerca a braccio su Google: scrivo "consigli colloquio lavoro" ed escono circa 1.080.000 risultati in 0,26 secondi. In testa i siti delle agenzie per il lavoro, come era prevedibile, ed un articolo del Corriere. Ultimo risultato nella prima pagina, una mia vecchia conoscenza, Salvatore Pisano, che cito, linko (potete leggere il suo articolo "Domande in un colloquio di lavoro", sul blog di Risorse Umane HR, per il quale ho scritto anch'io) e saluto.

Fortunatamente, nella gestione delle Risorse Umane non esistono solo arroganti e fracassoni.


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