No sappiamo cosa volere, no potiamo volare...
Ecco più o meno nel nostro immaginario queste cose sono dette tutti giorni, da tutti noi, con tono abbastanza zombificato e lobotomizzato. A salvarci da soli non ci riusciamo, siamo incasellati nel percorso da casa a lavoro alla palestra all'aperitivo a casa, filmetto, trombatina (forse) e a nannna. Tutti frustrati, tutti incattiviti, tutti con lo sguardo basso. Non riusciamo a salvarci.
Ed è qui che interviene Gianfranco Franchi, che dal 24 ottobre in libreria porta il suo L'Arte del Piano B. Un libro strategico (Piano B edizione). Interviene come l'indiano alla fine di Qualcuno volò sul nido del cuculo sradica un bel pezzo di marmo (una fontanella se non ricordiamo male) la lancia, apre una breccia esce e va via.
Ci viene offerta una strada, su cui almeno riflettere.
Il libro, ricevuto in anticipo sull'uscita non è uno di quei manualetti self help da cui è meglio stare alla larga, ma un vero e proprio anti-saggio, sornione, divertito, divertente, caustico, ironico e autoironico, del mondo del Piano B. Dei suoi uomini e donne, del mood da seguire, dei suoi principi e delle sue applicazioni. Teoria e pratica. Spaziando da esseri umani a gatti, dall'editoria al calcio, con vari interludi che allargano ancora di più gli orizzonti mostrati.
Gianfranco Franchi, letterato anima di Lankelot.eu e già intervistato sulle nostre pagine, è uno di quegli scrittori che sanno cosa voglia dire avere un piano b e di come sia difficile applicarlo.
Il riferimento autobiografico molto forte è ben bilanciato in questo libro, rendendosi universale.
Credere nel Piano B significa credere in un cambiamento reale e possibile, con una freddezza da killer (una delle caratteristiche degli uomini del Piano B) e leggere questo librò sarà per molti un incentivo a praticare il cambiamento, per altri l'inizio di un pensiero fisso da tramutare al più presto in azione.
Abbiamo bisogno di cambiare. Mai come oggi. Franchi non ce lo sta solo ricordando.
L'Alchimista