Dal Festival di Venezia arriva una delle grandi sorprese dell'anno. L'arte della felicità, prima di essere una perla cinematografica, è il grido di una voglia di cambiamento…
Nato come progetto documentaristico, composto da una serie di interviste, L'arte della felicità si è trasformato poi in qualcosa di completamente diverso” (le parole del regista). Il film è divenuto il viaggio di un tassista per le strade di Napoli, costretto a subire le frustrazioni dei passeggeri, che lo vedono come mero ricevitore privo di personalità. Sergio (il tassista), invece, ha subito da poco il lutto del fratello, ha lasciato casa e ha abbandonato il suo sogno di musicista per darsi al taxi. Tra i vari clienti però, alcune personalità spiccheranno particolarmente più di altre, riconducendo Sergio ad una catarsi con sé stesso.
Premettendo che il soggetto trainante è estremamente semplice, diviene interessantissimo notare due particolari elementi. In primis la composizione originale delle interviste: dalle bocche di personaggi animati, possono essere espressi concetti che non devono mediare con la morale o con la propria immagine di persona. Ecco quindi che si passa da uno zio onnisciente ad una signora zelante ma rivelatrice, da uno speaker che è quasi deus ex machina ad un monologo di Sergio in stile La 25ª ora. I temi trattati sono poi pressoché totalizzanti, partendo dalla realtà attuale della città che è Napoli, con la sua spazzatura e il suo assenteismo, ad uno sguardo generale sul futuro di una nazione e dei giovani, fino ad arrivare ad un esistenzialismo nietzschiano. Il secondo elemento da far notare è il parallelismo tra la serie di incontri di Sergio (e tra le sue riminiscenze) e l'immagine dell'incedere di un taxi giocattolo che, muovendosi con precario equilibrio in mezzo a giochi e strutture miniaturizzate di vario tipo, tenta di (ri)trovare un senso alla propria corsa.
In ultimo ma non ultimo (effettivamente è ciò che per prima cosa salta all'occhio e che per più tempo rimane impresso nelle retine)
REVITALIZZANTE
Elia Andreotti
Regia: Alessandro Rak – Cast: Lucio Allocca, Leandro Amato, Silvia Baritzka, Francesca Romana Bergamo – Nazione: Italia – Anno: 2013 – Durata: 76'
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