Come difendersi da chi ci colpevolizza
Dalle prime pagine di ogni capitolo (otto in tutto) il libro sembra molto complesso da capire, in realtà superato le pagine di spiegazione, il libro scorre bene sfruttando anche delle semplici vignette a fumetto.I primi tre capitoli sono dedicati all’arte di colpevolizzare i figli, o meglio, spiega come alle volte si educano i figli colpevolizzandoli e la differenza tra la colpevolizzazione paterna e quella materna. L’esempio che mi è saltato subito all’occhio e mi ha fatto riflettere è la classica frase “se mi lasci ti uccido” e “se mi lasci mi uccido”.
Queste due frasi sembrano uguali, ma la prima è detta sempre da un uomo, la seconda da una donna. La frase maschile è la violenza maschile che viene fuori per imporre la legge, mentre la frase femminile gioca sul sentimento e sull’amore.
La differenza di come si è colpevolizzati, continua lo psichiatra francese, favorisce anche l’aspetto psicologico verso il prossimo. Se si è stati colpevolizzati dalla madre (se mi lascio mi uccido) si è stati accusati di essere egoisti e quindi crescendo l’individuo sarà solidale e rispettoso del prossimo. Il padre invece con la frase (se mi lasci ti uccido) impone la sua autorità facendo rispettare le regole e le leggi.
I capitoli successivi sono invece delle raccolte di esempi molto semplici da seguire e che portano a riflettere anche sulle proprie esperienze di coppia migliorando il modo per difendersi da chi, invece di educare con l’arte di colpevolizzare, cerca di imporre la propria supremazia utilizzando questi espedienti.
In un esempio la “colpevolizzazione materna” si ripresenta nella moglie con svilimento della propria persona e delle proprie idee che portano il marito ad “occuparsi” con eccessiva premura della moglie.
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