L'arte di vivere

Da Ritarossa
A volte mi chiedo se c'è un confine tra la vita e l'arte.
E' una domanda che si pone quando guardo la bellezza di mia figlia e di mia nipote.
Guardo la vita nuova che è arrivata tramite me e fino a me, con la stessa meraviglia con cui ogni anno vedo rifiorire le rose a maggio.
Poichè vivo una realtà  complessa sospesa tra salute e malattia, tra sogno e realtà, osservare la continuità nel tempo mi mette in uno stato d'animo di meraviglia.

Questa mattina mia  figlia e mio marito sono usciti di casa  molto presto, Danilo torna stasera e mia figlia domenica.
Beatrice si è svegliata con un pianto straziante, modulato, una ricerca nelle stanze, come se la mamma potesse essersi nascosta in bagno o in cucina.
Quando Beatrice ha smesso di piangere, con un solo dito ha toccato un solo dito della mia mano.
Poi ha mormorato "nonna?" come una domanda.
Ha sorriso con gli occhi ancora pieni di lacrime, ha abbracciato un attimo la nonna e si è rassegnata.
La nonna è una sicurezza più piccola della mamma, ma sempre una sicurezza!
Beatrice non parla ancora, ma si esprime con una forte mimica e con gioia tanto esagerata quanto disperati sono i pianti.
Adesso dorme ed io sono davanti al pc e certamente non potrei disegnare o dipingere nulla.
Qualche ora di pianto, qualche ora a spingere il  passeggino (almeno non piangeva) e sono proprio stanca.

Da lunedì scorso, è disponibile il risultato di un esame che io non voglio ritirare se non la mattina stessa in cui incontrerò l'oncologo. Mi è già capitato di non saper capire bene il linguaggio medico e spaventarmi più del necessario.
Il caso ha disposto l'arrivo di Valentina e Beatrice nel bel mezzo dei miei controlli semestrali, e la mia vera arte è saper depositare in angolo le ansie ed i timori, come se niente fosse.
Per questo e per ogni altro evento traumatico della vita, mi aiuta il desiderio di non cedere alla paura prima del necessario.
Quando i guai veri sono accaduti, li ho affrontati pezzo per pezzo, come si ricompone un puzzle, sapendo che dentro ogni giorno, anche il più pesante da vivere, si nascondono almeno 5 minuti di felicità.