L'arte é il futuro
Da Simonetta Frongia
«Il ministro Mariastella Gelmini cosa sa della storia dell' arte italiana, del nostro Paese, della Nazione che lei governa? Sarei felice di incontrarla e di rivolgerle alcune domande...». Giulia Maria Crespi, Presidente Onorario nonché fondatrice del Fai, il Fondo Ambiente Italiano, gioca con il suo personaggio («ormai sono vecchia, dico senza paura ciò di cui sono convinta») sfoderando l' arma dell' autoironia. Ma i suoi argomenti, e i ragionamenti che propone, sono seri e solidissimi: «Ho letto con sgomento giorni fa proprio sul Corriere della Sera della misera condizione in cui si trova l' insegnamento della storia dell' arte nel nostro Paese. Cancellato, sparito. L' Anisa, l' associazione degli insegnanti di storia dell' arte, possiede un prospetto che fa paura. Storia dell' arte scomparsa nel biennio dell' Istituto tecnico per il Turismo. Lo stesso avviene nell' Istituto Professionale Turistico, Istituto Professionale per la Grafica, Istituto professionale per la Moda. Niente insegnamento nel primo biennio dei licei classico e scientifico. Dico: nel classico! Ma come è mai possibile?» Le due grandi passioni di Giulia Maria Crespi sono il Paesaggio italiano, quindi l' ambiente e la stessa tradizione agricola come parte integrante del contesto, e la storia della vicenda artistica del nostro Paese. Due capitoli che, ai suoi occhi, rappresentano un unicum: «I due temi sono strettamente collegati. Mi spiego. Non insegnare la storia dell' arte significa togliere una indispensabile conoscenza a intere, future generazioni di geometri, architetti, sindaci che dovrebbero rispettivamente studiare e governare il territorio. Ma come potranno farlo se ignoreranno l' arte italiana, così impregnata di Paesaggio culturale? Significa anche allevare nuove leve di funzionari statali, e quindi soprintendenti, che non avranno appreso da ragazzi i fondamenti della nostra storia artistica. Come faranno questi giovani soprintendenti a muoversi con conoscenza e responsabilità se non sapranno ciò che dovrebbero sapere?» Ma non è solo la macchina dei Beni culturali ad allarmare Giulia Maria Crespi: «Io mi domando e poi domando al ministro Gelmini. L' Italia è un paese che vivrà in futuro soprattutto di turismo legato alla cultura, al nostro patrimonio. Come è immaginabile educare i futuri operatori turistici privandoli di una disciplina fondamentale per il loro lavoro? Ridicolo! L' Italia è ricca solo di questo: di arte, di tesori, di musei, di passato.... Ha ragione lo storico e saggista inglese Paul Kennedy quando dice che l' Europa può ancora contare, per il suo futuro, sull' arte e la cultura. L' Italia più di tutti, aggiungo io, e quindi dobbiamo studiare e prepararci proprio per costruire quel futuro». Giulia Maria Crespi si concede un piccolo tuffo nella memoria: «Da ragazza ho studiato bene la storia dell' arte, nel triennio finale ci si applicava sui testi di Paolo D' Ancona, Fernanda Wittgens e Irene Cattaneo. Ma davvero non capisco come si possa abolire l' arte nel primo biennio...» Un sospiro, di quelli tipici del Presidente Onorario del Fai: «Stiamo svendendo tutto ai cinesi, lo sappiamo bene. Ma i cinesi non potranno mai comprarci i Templi d' Agrigento o il Duomo di Milano. Quindi dobbiamo imparare a conoscerli e ad amarli perché rappresentano il nostro futuro». Che fare, signora Crespi? «Dobbiamo protestare. Far sentire la nostra voce alla Politica. Ho saputo che il ministro Gelmini starebbe preparando un tavolo tecnico per esaminare il problema. E io vorrei sapere: chi siederà a quel tavolo tecnico? Quale conoscenza ha della storia dell' arte? Aggiungo che bisognerà quanto prima occuparsi anche della fine dell' insegnamento della musica. Nel resto d' Europa se ne apprende molta, di musica. Qui, nella patria del Melodramma, no. Tutto questo è grave, gravissimo, da irresponsabili...» Paolo Conti http://archiviostorico.corriere.it/2011/settembre/16/Non_insegnare_storia_dell_arte_co_8_110916041.shtml
Ho postato per intero l'articolo di Paolo Conti, poichè sono d'accordo quasi in tutto, tranne che nella svendita ai cinesi (non peraltro poichè essendo un tema banalmente politically uncorrect, non intendo discuterne!). Ma concordo sul fatto e, ne, ho parlato da altre parti sul blog http://pensierocosciente.blogspot.com/ ,che un paese che è considerato il Bel paese per il gran numero di opere d'arte, per il paesaggio naturale ed architettonico, un paese che conta numerosi siti considerati patrimonio dell'umanità dall'Unesco, un paese che potrebbe essere considerato una piccola antologia degli stili artistici e, che ha dato i natali a numerosi artisti (non pochi morti oltralpe, poichè non abbastanza capiti in vita), poeti, musicisti, intellettuali e filosofi, sia poi il paese dove si studia per tante ore a scuola ma si studia con poca qualità e, dando pochissimo spazio a materie che per alcuni sono complementari, da corollario quasi, da "perdita di tempo" per altri. Materie (anche se il termine non mi piace) che invece sono fondamentali: l'arte, la musica. la poesia. Se viviamo conoscendo l'arte e la musica saremmo anche in grado di salvaguardare non solo il nostro patrimonio culturale, ma anche le nostre origini e la nostra identità. Se viviamo conoscendo "Il bello", lo rispettiamo e, ci comportiamo di conseguenza, ma se vivo nell'ignoranza di ciò, mi sentirò libero di deturpare, pasticciare, rubare, di imbrattare. E' tutto un modo di fare e di vivere che ci cambia e che ci condiziona: se conosco il bello, lo rispetto e lo cerco e lo attuo anche negli altri ambiti del mio vivere esistenziale: nella cura del paesaggio, della mia casa, del mio corpo, nella stessa ricerca del buon cibo e sopratutto negli atteggiamenti. Se sono una persona che cerca il bello e lo rispetta, sarò anche una persona che cerca di attuare il bello nel quotidiano e, quindi non potrò ( o almeno cercherò) essere cafone nel parlare o nel muovermi o nel relazionarmi con gli altri. Infatti avete mai visto un truzzo ad una mostra? Ad un concerto di vera musica? Alla presentazione di un libro? Alla rappresentazione di un opera teatrale? Di solito no, poichè il truzzo ricerca quei luoghi che gli sono congeniali, ma se diventiamo tutti truzzi? Questo il mio semplice, banale pensiero. Siamo talmente abituati al brutto che ci sembra normale. Siamo talmente abituati ai comportamenti maleducati che sembrano normali, ma così non è. Tutto, a mio parere, parte dall'educazione, dalla buona educazione, passando da una buona educazione al bello.
http://www.caffenews.it/avanguardie/13543/italia-il-bel-paese/http://pensierocosciente.blogspot.com/2010/12/italia-il-bel-paese.html
Simonetta Frongia
Potrebbero interessarti anche :