L’ARTE e il VOLTO dell’AMORE

Creato il 07 febbraio 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Veloce ma affascinante viaggio televisivo nel mondo dell’arte; Flavio Caroli affronta il tema della rappresentazione dell’amore nell’arte occidentale, nell’appuntamento domenicale di Che Tempo che fa.

Dalla pittura dell’antica Roma al Rinascimento, dal Romanticismo all’Impressionismo, dal Cubismo all’Astrattismo l’amore non è stato solo uno dei temi che hanno ispirato i più grandi artisti, ma la sua iconografia ha scandito duemila anni di storia dell’arte e della cultura, anticipando movimenti e lineamenti della nostra civiltà.

Nel percorso compiuto dall’arte per raffigurare il corpo, il volto e l’anima dell’uomo, l’immagine dell’amore occupa un ruolo centrale.

Se la letteratura e la filosofia hanno  affrontato il tema con straordinaria profondità, le arti visive hanno dovuto concentrare tutto nell’istante di una sola immagine; per questo sono state a lungo attratte dall’eros che è immediatamente percepibile. In pittura l’amore è svantaggiato rispetto ad altre espressioni artistiche, perché privo del fattore tempo, in duemila anni infatti è stato cantato, recitato, scritto e descritto in un evoluzione temporale che nell’arte visiva può essere solo concentrata. La storia dell’immagine dell’amore è un viaggio interiore, attraverso il corpo e l’anima: l’amore è lo specchio attraverso cui l’uomo riflette le proprie passioni, il sentimento verso gli altri e il senso stesso della propria vita.

Nonostante l’handicap riassuntivo la pittura e la scultura si sono dimostrate all’altezza della sfida, dando vita a veri e propri capolavori di introspezione psicologica. Flavio Caroli ci accompagna in un viaggio che prende le mosse dalla sensualità pagana degli affreschi pompeiani basata sul concetto: “Godi finché puoi” il famoso “carpe diem” per arrivare al punto di svolta con Leonardo da Vinci e i suoi moti dell’anima, dove i pensieri e le emozioni vengono rappresentate attraverso la varietà psicologica delle espressioni fisionomiche, dei gesti e atteggiamenti, trasformando l’invisibile in visibile.

Ma è proprio un suo allievo, Giorgione, che in un ritratto riunisce i concetti di amore aspro e dolce dipinti nel “Doppio ritratto”: sullo sfondo un giovane dall’aria “cruda”, quasi pasoliniana; in primo piano un altro, dal volto più femmineo, che esprime la sua “romantica” malinconia appoggiando la testa sulla mano. Viene colto in una tipica posa che potrebbe essere definita “romantica” e pre-leopardiana: di profilo, con la fronte appoggiata sulla mano, come per inseguire un pensiero lontano, ci ignora mentre guarda dentro se stesso.

L’amore sacro e quello familiare del Cinquecento, l’amore naturale della pittura seicentesca e settecentesca, l’erotismo lieve e carnale di Antonio Canova per giungere a Marc Chagall il pittore dell’amore purissimo, nel quadro “Il compleanno” che  fa parte della serie di dipinti che inneggiano l’amore dell’artista per la prima moglie, Bella,  raffigura  la coppia  sospesa nell’aria. Bella, nel suo libro, racconta che, mentre decorava la stanza con dei fiori per il compleanno del marito, Chagall le chiese di fermarsi perché voleva ritrarla. L’immagine è caratterizzata dai due sposi sospesi nell’aria e l’artista che, per baciare la moglie, assume un’angolazione impossibile, mentre le bocche si ritrovano a sottolineare un unione che durerà tutta la vita in una commovente intesa. Uniti in un abbraccio che segna il trionfo del potere dell’eros, capace di sublimare i conflitti tra uomo e donna in una serena ed estatica armonia. Chagall dipinge minuziosamente tutto, ad indicare che quando è con la moglie Bella ogni cosa della realtà è perfetta e sembra che solo lei possa portargli la felicità.

Sullo sfondo vi è una finestra aperta dove si intravede il cielo ed uno scorcio della città di Vitebsk.

La storia della pittura è disseminata di opere che in qualche modo sono connesse all’amore, concentrando tutta  la forza emotiva e soggettiva in dipinti unici e indimenticabili per la loro originalità che fanno  parte del grande patrimonio artistico umano. Ancora una volta l’arte fa bene sia all’anima che al corpo. Quindi ben vengano opere e trasmissioni come questa, testimoni di quel valore che spesso l’ uomo dimentica e, che in fondo basterebbe coltivare di più, ognuno nel proprio orticello dell’ anima…


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