Dalla pittura dell’antica Roma al Rinascimento, dal Romanticismo all’Impressionismo, dal Cubismo all’Astrattismo l’amore non è stato solo uno dei temi che hanno ispirato i più grandi artisti, ma la sua iconografia ha scandito duemila anni di storia dell’arte e della cultura, anticipando movimenti e lineamenti della nostra civiltà.
Nel percorso compiuto dall’arte per raffigurare il corpo, il volto e l’anima dell’uomo, l’immagine dell’amore occupa un ruolo centrale.
Se la letteratura e la filosofia hanno affrontato il tema con straordinaria profondità, le arti visive hanno dovuto concentrare tutto nell’istante di una sola immagine; per questo sono state a lungo attratte dall’eros che è immediatamente percepibile. In pittura l’amore è svantaggiato rispetto ad altre espressioni artistiche, perché privo del fattore tempo, in duemila anni infatti è stato cantato, recitato, scritto e descritto in un evoluzione temporale che nell’arte visiva può essere solo concentrata. La storia dell’immagine dell’amore è un viaggio interiore, attraverso il corpo e l’anima: l’amore è lo specchio attraverso cui l’uomo riflette le proprie passioni, il sentimento verso gli altri e il senso stesso della propria vita.
Nonostante l’handicap riassuntivo la pittura e la scultura si sono dimostrate all’altezza della sfida, dando vita a veri e propri capolavori di introspezione psicologica. Flavio Caroli ci accompagna in un viaggio che prende le mosse dalla sensualità pagana degli affreschi pompeiani basata sul concetto: “Godi finché puoi” il famoso “carpe diem” per arrivare al punto di svolta
Ma è proprio un suo allievo, Giorgione, che in un ritratto riunisce i concetti di amore aspro e dolce dipinti nel “Doppio ritratto”: sullo sfondo un giovane dall’aria “cruda”, quasi pasoliniana; in primo piano un altro, dal volto più femmineo, che esprime la sua “romantica” malinconia appoggiando la testa sulla mano. Viene colto in una tipica posa che potrebbe essere definita “romantica” e pre-leopardiana: di profilo, con la fronte appoggiata sulla mano, come per inseguire un pensiero lontano, ci ignora mentre guarda dentro se stesso.
L’amore sacro e quello familiare del Cinquecento, l’amore naturale della pittura seicentesca e settecentesca, l’erotismo lieve e carnale di Antonio Canova per giungere a Marc Chagall il pittore dell’amore purissimo, nel quadro “Il compleanno” che fa parte della serie di dipinti che inneggiano l’amore dell’artista per la prima moglie, Bella, raffigura la coppia sospesa nell’aria. Bella, nel suo libro, racconta che, mentre decorava la stanza con dei fiori per il compleanno del marito, Chagall le chiese di fermarsi perché voleva ritrarla. L’immagine è caratterizzata dai due sposi sospesi nell’aria e l’artista che, per baciare la moglie, assume un’angolazione impossibile, mentre le bocche si ritrovano a sottolineare un
Sullo sfondo vi è una finestra aperta dove si intravede il cielo ed uno scorcio della città di Vitebsk.
La storia della pittura è disseminata di opere che in qualche modo sono connesse all’amore, concentrando tutta la forza emotiva e soggettiva in dipinti unici e indimenticabili per la loro originalità che fanno parte del grande patrimonio artistico umano. Ancora una volta l’arte fa bene sia all’anima che al corpo. Quindi ben vengano opere e trasmissioni come questa, testimoni di quel valore che spesso l’ uomo dimentica e, che in fondo basterebbe coltivare di più, ognuno nel proprio orticello dell’ anima…